È di gran lunga la cefalea più comune e, se si manifesta solo raramente, può essere considerata una modalità di reazione a fattori esterni, per cui la demarcazione tra cefalea tensiva e cefalea occasionale è rappresentata dal numero di giorni di cefalea all’anno, che per definire una cefalea tensiva deve essere superiore a 14. Il dolore è di grado moderato, di tipo gravativo o costrittivo, mai pulsante; si può manifestare in qualsiasi ora del giorno, ma l’inizio degli episodi si verifica spesso alla mattina, recedendo usualmente alla sera; la localizzazione è diffusa, spesso a livello nucale o frontale, con interessamento bilaterale. La cefalea tensiva inizia spesso nell’adolescenza o nell’età giovanile, spesso con la comparsa di problemi psicologici; a differenza dell’emicrania, non è influenzata negativamente dal flusso mestruale. La diagnosi si basa sulle caratteristiche cliniche degli episodi cefalalgici. La terapia si basa, soprattutto, sull’informazione del paziente, che deve essere scoraggiato dal ricorrere all’autosomministrazione di analgesici e antiemicranici. Successivamente, è utile iniziare una terapia con antidepressivi triciclici a dosi molto ridotte, piccole dosi di benzodiazepine e di fenotiazine o di farmaci del gruppo delle sulpiridi, che possono essere utilmente associati o prescritti in monoterapia.

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