Sono una conseguenza di lesioni focali della corteccia e del corpo calloso di varia eziologia (tumorale, traumatica, vascolare, infiammatoria, ecc.). Anche se la suddivisione del cervello in lobi frontali, temporali, parietali e occipitali ha un’attendibilità funzionale relativa (ad es., perché alcuni dei disturbi riscontrati non dipendono esclusivamente dall’interessamento di regioni corticali, ma anche dall’interruzione di fibre di connessione interemisferiche e intraemisferiche), il riferimento a tali sindromi è comunque di notevole utilità nella clinica. Vengono distinte le sindromi frontale, parietale, temporale, occipitale e callosa.Nella sindrome frontale si riscontrano deficit motori di entità proporzionale all’estensione della corteccia motoria lesa e controlaterali alla localizzazione del danno; in genere, vengono compromesse le parti distali degli arti e in particolare l’esecuzione dei movimenti fini. Quando la lesione interessa esclusivamente l’area motoria primaria (area 4) non si ha ipertonia, che invece compare se la lesione arriva a interessare l’area motoria accessoria (area 6) associandosi alla presenza di riflessi arcaici (grasp reflex, riflesso di suzione, fenomeno della calamita, ecc.). Il mantenimento della stazione eretta è spesso difficoltoso poiché compare un’instabilità del tronco con tendenza alla retropulsione (atassia frontale). Se viene coinvolta l’area 8, si avrà rotazione verso il lato sano in caso di lesione; se invece la lesione è irritativa il paziente guarda il lato malato. Quando la lesione colpisce l’emisfero dominante, se coinvolge la terza circonvoluzione frontale (sede del centro del linguaggio articolato) si ha un’afasia motoria. Infine, si può avere un coinvolgimento delle cosiddette regioni orbito-frontali (aree 9, 10, 11, 12), aree in connessione sia con il talamo sia con l’ipotalamo, cui corrisponde la cosiddetta sindrome psichica prefrontale, contraddistinta prevalentemente da disturbi dell’umore e alterazioni del carattere. Questi pazienti hanno un’affettività e un comportamento svincolati dall’ambiente circostante, con discontrollo del linguaggio, dell’attività sessuale e del comportamento alimentare (questo quadro è anche noto come moria frontale). Infine, possiamo avere un quadro da compressione del lobo frontale di origine tumorale: atrofia ottica monolaterale e papilla da stasi controlaterale (s. di Foster-Kennedy) .La sindrome parietale è prevalentemente correlata a una sintomatologia di tipo sensitivo; in particolare, quando viene coinvolta l’area somestesica primaria (aree 3, 2 e 1) si ha un deficit localizzato principalmente della sensibilità epicritica, cioè soprattutto della capacità discriminativa e localizzatoria degli impulsi. Anche la lesione delle aree 5 e 7 determina un disturbo della sensibilità discriminativa, ma con maggiore evidenza del deficit stereognosico. La compromissione delle aree 39 e 40 (percezione del sé corporeo) provoca disturbi dello schema corporeo (agnosia parietale) con asomatognosia che, se la lesione interessa il lobo destro, riguarda diffusamente l’emisoma sinistro, mentre in una localizzazione a sinistra interessa parti circoscritte del corpo o l’insieme di esso. Alla compromissione del parietale si possono poi associare disturbi prassici, quali aprassia ideomotoria, costruttiva e dell’abbigliamento. Non infrequente è pure un’atassia parietale, forse dipendente da un deficitario input sensitivo e, infine, si possono avere quadrantopsie per interessamento delle radiazioni ottiche che decorrono lungo il lobo parietale.Nella sindrome del lobo temporale il quadro clinico risulta piuttosto complesso, poiché accanto alla presenza dell’area uditiva psichica (area 22 di Wernicke) e delle aree uditive primarie (40, 41), si hanno pure l’area olfatto-gustativa e il sistema limbico ; quest’ultimo è infatti una complessa struttura fortemente implicata nella regolazione del tono dell’umore, della vita intellettiva e della memoria e soprattutto nelle loro integrazioni reciproche. Un esempio paradigmatico della lesione, e quindi delle funzioni del lobo limbico, è la s. di Klüver-Bucy, che può essere appunto riscontrata in caso di lesioni del lobo temporale: riduzione della risposta emotiva, ipersessualità e tendenza alla manipolazione degli oggetti. Parimenti esemplificative sono le lesioni a carico del circuito ippocampo-mammillo-talamico (o circuito del Papez), che è parte integrante del lobo limbico e a cui corrisponde la s. di Korsakoff (vedi
Alcolismo). Questi malati denunciano principalmente un disturbo della memoria a breve termine, cioè un disturbo nella fissazione delle recenti acquisizioni. Oltre a queste particolari sindromi, la sintomatologia delle lesioni del lobo temporale è piuttosto contrassegnata da disturbi uditivi (quali soprattutto allucinazioni uditive), disturbi del gusto e dell’olfatto, sempre di marca allucinatoria (crisi uncinate), e anche in questa sede si può avere un interessamento delle radiazioni ottiche con quadrantopsie; talvolta i pazienti riferiscono allucinazioni visive. Quando infine viene interessato il lobo temporale dell’emisfero dominante si possono avere disturbi fasici (afasia sensoriale) o agnosia uditiva.Nella sindrome del lobo occipitale, essendo questo lobo prevalentemente sede delle aree visive primaria e accessorie (rispettivamente 17, 18 e 19), si possono avere manifestazioni di tipo irritativo, quali allucinazioni semplici o complesse, o alterazioni del campo visivo come quadrantopsie o emianopsie. Può essere coinvolto il centro per i movimenti oculari riflessi, con una paralisi riflessa dello sguardo: perdita dei riflessi di fissazione, convergenza, accomodazione e del nistagmo optocinetico con mantenimento del riflesso fotomotore (cecità corticale).Nelle lesioni del corpo calloso (sindrome callosa) la sintomatologia comprende disturbi prassici, gnosici, eventualmente segni piramidali e disturbi dell’equilibrio e disturbi psichici di tipo frontale. Caratteristica è una condizione di estraneità di un emisfero all’altro con asomatognosia.