Delirio secondario, collocato dalla psicopatologia classica in un rapporto di comprensibilità psicologica con il tono dell’umore (deliroidi olotimici), con le circostanze esterne (deliroidi da situazione), con gli aspetti peculiari ed estremi della personalità (deliroidi caratterogeni) e infine con fenomeni psicosensoriali abnormi.Per Jaspers, le idee deliroidi sorgono, in modo per noi comprensibile, da affetti da esperienze sconvolgenti e umilianti che risvegliano il senso di colpa, da percezioni false o dall’esperienza di estraniamento dal mondo delle percezioni con coscienza modificata. È possibile comprenderle come una disposizione permanente della personalità o insorgenti da uno stato d’animo transitorio. Alle idee deliroidi appartengono le fugaci illusioni provocate da percezioni errate e simili, le idee deliranti, melanconiche e maniacali (deliroidi di colpa, di impoverimento, nichilistici) e specialmente le idee dominanti, che sarebbero quelle convinzioni con colorito sentimentale intenso, comprensibili in rapporto alla personalità e alla vita del soggetto e per le quali il criterio di inclusività tra i deliroidi sarebbe la falsità di tali idee di fronte a ogni altro fenomeno.Kretschmer, pur sostenendo una continuità tra deliri primari e secondari, ha riconosciuto nei deliroidi espansivi la presenza di una personalità con caratteristiche contropolari con una notevole componente stenica combinata con rigidità, tendenza al fanatismo, interpretatività; il deliroide sarebbe da considerarsi quindi come sviluppo di personalità conseguente al particolare stato affettivo del paziente.

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