È un farmaco antidepressivo (vedi
Antidepressivi) che appartiene alla classe dei triciclici (TCA).La desipramina è prevalentemente un inibitore del reuptake della noradrenalina e, in misura inferiore, della serotonina. Dopo somministrazione protratta, produce una down regulation dei recettori beta-adrenergici. Presenta una debole affinità per i recettori colinergici , alfa-adrenergici e istaminici.Rappresenta il principale metabolita (demetilato) dell’imipramina, da cui si differenzia per la maggiore attività noradrenergica piuttosto che serotoninergica e per una minore azione anticolinergica, alfa-adrenergica e istaminica.Il picco plasmatico della desipramina viene raggiunto dopo 2-6 ore e il farmaco presenta un’emivita plasmatica di 15-25 ore circa. È indicata nei disturbi depressivi, soprattutto se caratterizzati da maggiore inerzialità e inibizione.La posologia è variabile, a seconda dell’indicazione clinica e della responsività e tollerabilità individuale al farmaco, ed è compresa fra 75-150 mg nella maggior parte dei casi e sino a 300 mg/die quando necessario.Gli effetti collaterali, le controindicazioni e le cautele d’impiego sono quelli dell’imipramina , ma con minore azione ipotensiva, anticolinergica e sedativa, alla luce della minore potenza di blocco sui recettori alfa-adrenergici, muscarinici e istaminici rispetto all’imipramina e all’amitriptilina. Per tale ragione, prima dell’avvento degli antidepressivi di seconda generazione, la desipramina e la nortriptilina sono risultati i farmaci di elezione, fra i triciclici, nei pazienti anziani e in quelli con patologie cardiovascolari. Il farmaco può essere routinariamente monitorato a livello plasmatico (vedi
Imipramina).

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