Il diazepam è una benzodiazepina (BDZ) che, come tutti i composti di tale classe, dimostra funzioni ansiolitiche, anticonvulsivanti e miorilassanti. Il meccanismo di azione è GABA-agonista, facilitante l’azione inibitoria del GABA a livello del SNC. L’emivita plasmatica del diazepam, come molecola madre, è di 14-70 ore circa (a seconda delle caratteristiche metaboliche del soggetto), a cui vanno sommate 30-200 ore (corrispondenti all’emivita dei metaboliti attivi). Il metabolismo del diazepam avviene a livello epatico con passaggi successivi di demetilazione (da cui origina il nordiazepam), idrossilazione e glucuronoconiugazione: da tali tappe metaboliche si formano metaboliti attivi (detti nordiazepam-simili), con possibilità di accumulo dopo somministrazione protratta. L’assorbimento per via orale è rapido, specie nella formulazione in gocce, mentre per via intramuscolare risulta irregolare e incompleto. Il picco plasmatico, dopo sommnistrazione endovenosa, viene raggiunto entro 3 minuti circa. Il diazepam, come tutte le BDZ, è indicato in tutte le forme e manifestazioni di ansia, in alcuni sintomi delle malattie psicosomatiche, nell’insonnia, specie di addormentamento, e nel controllo delle crisi epilettiche (per via venosa negli stati di male epilettico; per via orale e rettale nella prevenzione delle convulsioni febbrili). Il farmaco è altresì utilizzato nella sedazione precedente accertamenti strumentali invasivi (ad es., gastroscopia).Fra gli effetti collaterali del diazepam, comuni peraltro a tutte le BDZ vanno ricordati: disturbi neurologici (sedazione, confusione, depressione, disartria, cefalea, instabilità emotiva), gastrointestinali (stipsi, nausea, alterazioni dell’appetito), genitourinari (incontinenza, ritenzione urinaria, disturbi della libido), cardiovascolari (bradicardia, collasso, ipotensione), molto raramente epatotossicità e discrasia ematica. Le BDZ, nei pazienti anziani, possono alterare alcuni meccanismi mnesici, specie attentivi e prestazionali.La posologia risulta estremamente individualizzata, basandosi sulla risposta sintomatologica individuale e sulle caratteristiche cliniche dell’ansia. Possono risultare già utili 2 mg (corrispondenti a 10 gtt) per os, da aumentare sino a 10 -15 mg/die, mentre nei pazienti anziani la posologia deve essere attentamente stabilita dal medico. Nell’agitazione psicomotoria, nell’ansia acuta grave, nelle crisi epilettiche e negli stati di male, il diazepam viene utilizzato abitualmente per via venosa diretta lenta (5 mg al minuto), con cautela per la possibile depressione respiratoria a livello dei centri bulbari o per via perfusionale, nelle fasi di mantenimento.Controindicazioni al diazepam sono rappresentate da accertata ipersensibilità al diazepam e dalla presenza di miastenia grave.L’associazione con farmaci ad attività centrale come analgesici oppioidi, anestetici, antidepressivi, antipsicotici, miorilassanti (baclofen) e con antistaminici può incrementare l’azione sedativa. Questo potenziamento è talvolta utilizzato a scopi terapeutici. La somministrazione contemporanea di antipertensivi aumenta l’effetto ipotensivo. L’isoniazide, il disulfiram, la cimetidina e l’omeprazolo inibiscono il metabolismo del diazepam, viceversa la rifampicina lo accelera.Le BDZ, specialmente quelle a lunga emivita come il diazepam, vanno utilizzate con cautela nei pazienti anziani, debilitati e con modificazioni organiche cerebrali o con insufficienza cardiorespiratoria. Soggetti predisposti, se trattati a dosi elevate e per periodi prolungati, possono presentare dipendenza psicofisica. In caso di terapia prolungata è consigliabile procedere a controlli del quadro ematico e della funzionalità epatica. L’uso concomitante di bevande alcoliche dovrebbe essere evitato in quanto può marcatamente alterare le capacità di reazione, in sinergia con l’effetto sedativo del farmaco.

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