Quadro definito dalla trisomia del cromosoma 21, che colpisce 1 su 600/700 nati. Rappresenta il 10% di tutte le insufficienze mentali. Il 96% dei casi ha un cromosoma 21 extra libero e l’anomalia è legata a una non disgiunzione verificatasi nella meiosi paterna o materna (nel 64% dei casi nella prima divisione meiotica materna). L’unico elemento eziologico certo è costituito dall’età della madre. Il rischio di avere un figlio con s. di Down è 0,5/1000 per una madre <30 anni e 20/1000 dopo i 45 anni. Nel 4% dei casi il cariotipo risulta apparentemente normale dal punto di vista numerico con presenza di 46 cromosomi, per la fusione del 21 extra con un altro elemento (trisomia 21 con traslocazione). In tali casi, l’anomalia cromosomica era già presente nel cariotipo parentale e viene trasmessa ereditariamente da genitore a figlio.Il 5% dei soggetti Down presenta il fenomeno del mosaicismo, ossia presenza di due o più cloni cellulari con diverso corredo cromosomico provenienti dallo stesso zigote. Alcune cellule avranno quindi un corredo cromosomico euploide e il quadro sarà incompleto con maggior conservazione dell’intelligenza. La diagnosi presumibile dall’osservazione clinica è confermata dall’analisi del cariotipo.Dal punto di vista somatico, i soggetti presentano numerosi dismorfismi: il cranio è piccolo con occipite piatto, fronte bombata, zigomi sporgenti, rima palpebrale obliqua con plica palpebrale sovrannumeraria (epicanto), lingua voluminosa, ipotonica, sporgente e con aspetto scrotale, orecchie piccole e basse, mani tozze e spesse con dita piccole e corte e malformazione della seconda falange del 5° dito.Segno pressoché patognomonico sono le macchie di Bruchfield (macchie biancastre nella zona mediana dell’iride). La muscolatura è ipotrofica, le articolazioni iperflessibili, la statura bassa, lo sviluppo puberale spesso incompleto. Nel 48% dei casi sono presenti cardiopatie congenite. Lo sviluppo psicomotorio risulta ritardato, pur seguendo le tappe presenti nel soggetto normale; ma, mentre la coordinazione motoria e il comportamento affettivo e sociale si sviluppano con un ritardo accettabile, altre funzioni, come quella del linguaggio e quella relativa all’attività mentale, appaiono del tutto insufficienti. Basso risulta il rendimento nelle attività di discriminazione percettiva e nella risoluzione di problemi, con scarsa memoria e capacità di astrazione e QI che si colloca tra il 50% e il 70%. Sul piano affettivo, sono bambini generalmente docili, allegri e collaborativi con buon inserimento familiare, scolastico e lavorativo.Il 70% dei bambini supera i 5 anni di vita e il 50% raggiunge la mezza età. Oltre alle numerose patologie a cui i soggetti possono andare incontro con maggior frequenza dei loro coetanei, quali le infezioni broncopolmonari e del tratto urinario, embolie e ascessi cerebrali in conseguenza delle cardiopatie di cui spesso sono portatori, leucemia linfoblastica, i soggetti con più di 35 anni sviluppano con notevole frequenza quadri di demenza pre-senile o senile; la s. di Down infatti viene considerata un modello patogenetico della demenza di Alzheimer per la precoce comparsa di depositi preamiloidi (placche diffuse, presenti anche in aree dove normalmente non si riscontrano placche di morfologia classica, come lo striato e lo strato molecolare della corteccia cerebellare, e che mancano di depositi di amiloide compatta), che pare precedano la formazione delle placche classiche. È stato inoltre evidenziato che parenti di pazienti con demenza di Alzheimer possono avere un’aumentata frequenza di s. di Down e i pazienti con m. di Alzheimer possono avere un’aumentata incidenza di modelli di impronte digitali comunemente trovati nella s. di Down. Non sono state riscontrate anormali replicazioni del cromosoma 21 in casi familiari o sporadici di demenza di Alzheimer. La prognosi quoad vitam risulta legata alle possibilità di inserimento sociale che vengono offerte a individui con ritardo mentale e difficoltà di inserimento ambientale, che si rendono sempre più evidenti con la crescita del soggetto.

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