Il virus di Epstein-Barr (EBV) fa parte degli herpes virus, che determinano infezioni umane e che hanno la caratteristica comune di dimostrare uno stato di latenza (con possibilità di riattivazione) dopo la prima infezione dell’ospite.L’EBV è responsabile dell’infezione mononucleosica, mediante un contagio prevalente attraverso la saliva e le secrezioni respiratorie. L’incidenza dell’infezione primaria negli adolescenti coincide con la maggiore esposizione alle secrezioni oro-faringee, con una persistenza e diffusione nei tessuti umani tale che il 90% degli adulti si dimostra sierologicamente positivo per EBV.La malattia esordisce in modo insidioso, dopo un’incubazione di 4-8 settimane, con febbre, faringite, linfoadenopatia laterocervicale, talora spleno- ed epatomegalia. I segni acuti possono risolversi in pochi giorni, ma la componente di astenia e malessere può persistere per settimane.Le manifestazioni neurologiche da EBV sono presenti nell’1% dei pazienti, ma possono rappresentare anche un esordio improvviso e grave della patologia, con forma meningitica o encefalitica. Il liquor dimostra una pleiocitosi linfocitaria, talora con elementi atipici. Abitualmente, il quadro meningo-encefalitico da EBV risulta indistinguibile da altre forme virali diffuse, anche se l’interessamento cerebellitico risulta più frequente. Nei pazienti immunocompetenti il decorso è di norma favorevole, anche se sono descritte rare conseguenze di tipo demielinizzante e s. di Guillain-Barré. Nei pazienti con AIDS è stata associata a infezione di EBV la presenza di linfoma a cellule B nel SNC.In corso di infezione da EBV sono presenti incremento delle transaminasi, crioglobulinemia di vario grado e linfociti atipici circolanti, ma la diagnosi si basa sui test sierologici: altamente sensibile è il monotest verso emazie di montone. Sono presenti anche anticorpi contro l’antigene capsidico virale e le IgM sono diagnostiche per la malattia acuta (scomparendo dopo tale fase, a differenza delle IgG, che persistono per tutta la vita).Un trattamento specifico non è attualmente disponibile né l’abituale evoluzione benigna della patologia richiede interventi al di là dei sintomatici, anche se talora il ricovero diviene necessario nelle forme più aggressive.

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