Il glioblastoma rappresenta il tumore maligno neuroectodermico di maggiore frequenza, con massima incidenza di comparsa fra i 40 e i 50 anni, localizzazione più frequente nelle aree temporali laterali e frontolaterali, anche se il tumore risulta sovente bilaterale per un’invasione “a farfalla” del corpo calloso.Alcuni glioblastomi potrebbero derivare da una malignizzazione biologica di tumori più differenziati, ad esempio dagli astrocitomi, tanto da proporre un concetto di grading astrocitario di crescente malignità di cui i glioblastomi rappresenterebbero il grado 4 di una scala con malignità crescente da 1 a 4. È tuttavia logico supporre che esistano anche glioblastomi di tipo primitivo.Macroscopicamente, i glioblastomi presentano limiti poco differenziati rispetto al parenchima circostante, con consistenza e colore variabili nelle varie aree tumorali in rapporto agli eventi regressivi (necrosi, reazioni cicatriziali mesodermiche, ecc.).Microscopicamente, si distinguono in microcellulari, fusiformi e multiformi, talora con aspetti frammisti fra di loro.La varietà più caratteristica è quella multiforme con cellule piccole e ipercromatiche accanto a cellule giganti con nuclei mostruosi o polinucleati. Le mitosi sono abbondanti e il tumore risulta indistinto nei confini con il tessuto sano. Nella zona di infiltrazione sono presenti infiltrati linfocitari o linfoplasmacellulari che formano frequenti manicotti attorno ai vasi. I vasi arteriosi e venosi sono sovente anomali con strutture di tipo lacunoso, capillari neoformati e proliferati e grosse trombosi vasali.La necrosi è il più frequente fra gli eventi regressivi del tumore ed è correlabile tanto all’ischemia secondaria a una rapida crescita del tumore accompagnata da un insufficiente apporto ematico quanto agli eventi trombotici intratumorali. Alcune volte, le necrosi centrali circoscritte sono attorniate da aree di residua ipercellularità che assumono l’aspetto di “pseudo-palizzate”, per l’appunto situate in sede perinecrotica.Il glioblastoma può dare metastasi per via liquorale; in altri casi, diffonde lungo le commissure all’interno dello stesso emisfero o, infiltrandosi per via callosa, invade l’emisfero controlaterale: è proprio la costanza di recidive a influenzare pesantemente la prognosi del tumore.

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