Sindrome neuropsichiatrica che si manifesta in seguito all’aumento di volume dei contenuti della scatola cranica per ostacolato deflusso liquorale, riduzione dello spazio utilizzabile nella cavità cranica per espansione lesionale e/o edema associato, ostruzione del sistema di assorbimento, ostruzione del sistema venoso centrale.Un processo occupante spazio (ad es., tumori cerebrali) è causa comune di ipertensione endocranica. L’aumento di produzione del liquor è causa rara (papilloma dei plessi corioidei); più frequente è l’ostruzione meccanica.I sintomi più comuni sono quattro: cefalea, vomito, papilla da stasi e disturbi psichici. La cefalea insorge prevalentemente nella seconda metà della notte o al mattino, correlandosi a un incremento della vasodilatazione cerebrale. Sovente, l’iperventilazione in stato di veglia, reattiva alla situazione algica, determina una vasocostrizione con riduzione del volume ematico cerebrale e, quindi, dei valori della pressione intracranica, a cui ovviamente consegue una riduzione della cefalea. Compare inizialmente in forma accessuale, in seguito continuativa. Viene riferita come diffusa, raramente come localizzata.Il vomito è brusco, talora a getto, più frequente al mattino e non sempre accompagnantesi a nausea. Talora, dopo il vomito, anche la crisi cefalalgica può risolversi. Tale sintomatologia accessuale mattutina, costituita da cefalea e vomito così atipici, può, soprattutto nei bambini in età scolare, essere interpretata sia in chiave funzionale, ed essere correlata con problemi di rifiuto alla scuola, sia come crisi acetonemiche.La papilla da stasi è patognomonica dell’ipertensione endocranica: essa ne rappresenta un segno talora tardivo nell’adulto, mentre può essere relativamente più precoce nel giovane, sia per motivi anatomici, sia per la frequente localizzazione tumorale in fossa posteriore.Talora, nelle fasi avanzate e particolarmente nel bambino, è possibile osservare un certo rallentamento ideomotorio con tendenza alla sonnolenza.Abbastanza spesso, in caso di ipertensione endocranica importante e gradualmente peggiorativa, si associa una paresi del VI paio. Tale dato è giustificato dal lungo decorso di tale nervo alla base dell’encefalo che lo rende particolarmente esposto all’effetto compressivo.L’ipertensione endocranica può essere complicata, talora fatalmente, dalla comparsa di ernie cerebrali, quali l’ernia del cingolo, l’ernia centrale transtentoriale, l’ernia dell’uncus, l’ernia cerebello mesencefalica e la gravissima ernia delle tonsille cerebellari.Ai sintomi aspecifici sovracitati della sindrome da ipertensione endocranica può associarsi una sintomatologia focale o localizzatoria, differenziata a seconda della sede, della rapidità e del tipo di sviluppo del tumore e/o dal disturbo edemigeno correlato alla massa occupante spazio. Tale sintomatologia focale può essere di tipo irritativo e, in tal caso, prevalentemente comiziale, o deficitaria, ma presentarsi anche unicamente con disturbi neuropsichici, parzialmente differenziati a seconda dell’area di lesione. La terapia, dove possibile, è neurochirurgica.L’ipertensione endocranica benigna (pseudotumor cerebri) è una malattia a eziologia ignota che colpisce giovani donne obese con ipertensione endocranica subacuta senza reperti tumorali o infettivi endocranici e senza alterazioni del profilo ventricolare all’esame tomografico computerizzato. La patogenesi sembra correlarsi a un disturbo di riassorbimento del liquor.