L’istamina è stato uno dei primi mediatori scoperti all’inizio del secolo: fu infatti sintetizzata nel 1907 da Windaus e Vogt prima dell’identificazione in natura, avvenuta 3 anni più tardi a opera di Berger e Dale, che la isolarono, come prodotto di degradazione dell’istidina a opera di batteri, nella segale cornuta. Solo successivamente ne venne dimostrata la presenza nella mucosa intestinale e in altri tessuti animali e vennero definite le peculiarità fisio-farmacologiche. Chimicamente, l’istamina è il 5-(2-aminoetil)imidazolo (o b-imidazoliletilamina) e, a pH fisiologico, si trova prevalentemente in forma di catione monovalente.L’istamina, presente in quasi tutti i tessuti dei mammiferi, dimostra notevoli differenze di distribuzione, raggiungendo nell’uomo le più elevate concentrazioni a livello della cute, della mucosa gastrointestinale e dei polmoni, in particolar modo nei mastociti e nelle cellule enterocromaffini, dove è contenuta in granuli citoplasmatici metacromatici legati alla matrice proteica.Nel cervello, raggiunge concentrazioni di 0,5 nmol/g di tessuto (approssimativamente un decimo della concentrazione di serotonina e catecolamine), con distribuzione regionale disomogenea, prevalendo a livello ipotalamico, ma raggiungendo concentrazioni significative anche nel bulbo olfattorio, nella substantia nigra, nel talamo e nell’ippocampo. Nel SNC è considerata un neurotrasmettitore modulatorio ed è coinvolta nella regolazione dei meccanismi omeostatici ipotalamici, quali temperatura corporea, assunzione di cibo e ritmo sonno-veglia. A livello sistemico, presenta effetti cardiovascolari (vasodilatazione, aumento della permeabilità della parete vasale, aumento della frequenza e della contrattilità cardiaca), gastrointestinali (stimolazione della secrezione acida gastrica, contrazione della muscolatura liscia intestinale) e bronchiale (broncocostrizione).Sebbene l’istamina esogena possa essere captata dai diversi tessuti, l’apporto alimentare risulta inadeguato a fini biologici, dal momento che l’istamina presente negli alimenti viene inattivata a N-acetil-istamina a opera della flora batterica. L’istamina che costituisce il pool endogeno, in massima parte, viene sintetizzata per decarbossilazione dell’aminoacido L-istidina a opera di una decarbossilasi che, nei mammiferi, è rappresentata dalla L-aminoacido-decarbossilasi-aromatica (AADC, aspecifica e con bassa affinità per l’istamina) e dalla istidino-decarbossilasi (specifica per il substrato L-istidina). L’istamina viene rapidamente metabolizzata, principalmente per N-demetilazione dell’anello aromatico, a opera dell’enzima imidazolo-N-metiltransferasi con formazione di tele-metil-istamina. Una seconda via catabolica è rappresentata dalla deaminazione ossidativa dell’amina a opera di una diamino-ossidasi ad acido imidazolacetico, che viene in gran parte escreto con le urine.Si distinguono attualmente 3 tipi di recettori istaminergici, denominati H1, H2 (entrambi postsinaptici) e H3 (presinaptico). Il recettore H1 appartiene alla classe di recettori associati a proteine G; l’effettore è rappresentato dalla fosfolipasi C, che attraverso l’idrolisi del polifosfatidilinositolo porta alla formazione di inositolo trifosfato e diacilglicerolo con conseguente mobilizzazione di Ca+ e attivazione della proteinchinasi C; nei tessuti periferici, il recettore H1 è soprattutto presente a livello della muscolatura liscia bronchiale e vasale, mentre a livello centrale è prevalentemente localizzato nella porzione laterale dell’ipotalamo e sarebbe implicato nello stato di veglia. Il recettore H2 risulta accoppiato a Gs e quindi stimola la produzione di cAMP da parte dell’adenilato ciclasi; a livello periferico è responsabile della traslocazione della pompa protonica dal compartimento intracellulare alla membrana plasmatica, evento che regola la secrezione acida gastrica, mentre, a livello centrale sembra prevalentemente localizzato a livello dello striato, dell’ippocampo e della corteccia cerebrale, modificando, attraverso il cAMP, la conduttanza al K e aumentando quindi la sensibilità dei neuroni agli stimoli eccitatori, mediati ad esempio dal glutamato; il recettore H2 sembra, inoltre, implicato nel controllo della temperatura e nella liberazione di prolattina. Il recettore H3, solo di recente scoperto e identificato nel SNC, differisce dai precedenti per il fatto di essere collocato sul versante presinaptico; la sua attivazione, quindi, inibisce la sintesi e la liberazione dell’istamina, verosimilmente attraverso l’inibizione dell’adenilato ciclasi o di un canale del Ca voltaggio-dipendente. In ambito clinico, molti farmaci neuropsichiatrici dimostrano un’azione recettoriale di tipo antistaminico (antidepressivi triciclici e atipici, neurolettici fenotiazinici, antipsicotici atipici, ecc.).Le principali conseguenze cliniche di tale blocco sono rappresentate da sedazione e incremento ponderale.