La levomepromazina è un neurolettico appartenente alla famiglia delle fenotiazine, di tipo alifatico.Esercita un’azione bloccante a carico dei recettori dopaminergici di tipo D2 e, in misura inferiore, dei D1. Presenta maggiore affinità per i 5-HT2 rispetto alla clorpromazina. La levopromazina dimostra inoltre elevata attività adrenolitica, anticolinergica e antistaminica.Il farmaco presenta un picco plasmatico, dopo somministrazione orale, entro 1-4 ore, con un’emivita plasmatica compresa tra 20 e 70 ore, raggiungendo lo steady state dopo una settimana dall’inizio del trattamento.Le indicazioni della levomepromazina riguardano i disturbi psicotici in cui possa essere utile l’azione principalmente sedativa del farmaco, in particolare dove esistano disturbi del sonno. Altra indicazione minore è rappresentata dall’associazione con analgesici nel dolore ribelle alle terapie tradizionali. In tal senso, la posologia può essere variabile, a seconda delle indicazioni e della risposta individuale, con un range molto ampio compreso tra 25 e 100 mg in monodose serale per i disturbi del sonno e sino a 300 mg/die in ambito psicotico.Gli effetti collaterali principali sono legati all’azione antistaminica (sedazione e incremento ponderale) e all’azione a-adrenergica (ipotensione ortostatica). La collateralità extrapiramidale è modesta, anche per l’elevata azione anticolinergica del farmaco.Gli altri effetti collaterali, le controindicazioni, le interazioni farmacologiche e le cautele di impiego (soprattutto nell’anziano per il rischio di ipotensione ortostatica) sono quelle delle fenotiazine di tipo alifatico (vedi
Antipsicotici, farmaci).Anche con la levomepromazina, come con qualsiasi altro neurolettico, può comparire una sindrome maligna da neurolettici.