Dicembre 5, 2020 in M

Movimenti spontanei che interessano un limitato numero di fasci muscolari appartenenti al medesimo muscolo. Possono avere un carattere transitorio o talvolta persistente e in genere non provocano un movimento netto dell’articolazione di cui fanno parte. Rispetto alle fascicolazioni, sono più grossolane e lente e di norma non sono limitate a singole fibre o fascicoli muscolari. Il quadro elettromiografico è contraddistinto dalla rilevazione di un’attività spontanea e continua dell’unità motoria del muscolo a riposo.Le miochimie non hanno necessariamente un’origine patologica: sono anzi in genere manifestazioni di natura fisiologica. Qualsiasi individuo normale – soprattutto se è sovraffaticato o se ha eseguito un esercizio fisico insolito – può presentare tale fenomeno. Più frequente è la comparsa di movimenti miochimici transitori a carico della muscolatura facciale, specialmente l’orbicolare dell’occhio. Le miochimie possono poi essere evocate dalla contrazione di muscoli deboli al momento del loro rilasciamento, dal raffreddamento o nell’addormentamento. Il fenomeno può poi essere slatentizzato da tutte quelle patologie che indeboliscono in maniera generalizzata l’organismo, quali anemia, infezioni o disturbi metabolici. Sono state descritte nell’ipertiroidismo, nell’uremia e nella tetania. Talvolta sono familiari, mentre spesso sono favorite dallo stress emotivo. Le miochimie hanno invece un significato patologico quando vengono riscontrate insieme alle fascicolazioni in quadri di atrofia spinale progressiva o, in generale, in tutte quelle patologie che provocano una sofferenza del II motoneurone. Le miochimie sono talvolta accompagnate da crampi e da dolore; non vengono incrementate in seguito alla somministrazione di neostigmina e tendono a ridursi con l’occlusione vascolare.

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