Fenomeno neurofisiologico che avviene in pazienti con epilessia e “caratterizzato dal fatto che, all’occorrenza di stati psicotici, l’EEG diventa più normale o del tutto normale se paragonato ai tracciati EEG precedenti o seguenti” (definizione originale di Landolt, 1950). Successivamente Tellenbach (1965) ampliò il concetto alla sintomatologia clinica (ossia ai pazienti che divengono psicotici quando sono senza crisi e che si normalizzano al riapparire delle crisi), coniando il termine di “psicosi alternante”. In un primo tempo associata alle epilessie parziali, la normalizzazione forzata fu poi anche osservata in caso di epilessie generalizzate. Il fenomeno può essere provocato dalla somministrazione di farmaci. Tra questi, l’etosuccimide (prima osservazione dello stesso Landolt), i barbiturici, le benzodiazepine e il vigabatrin. Sebbene la genesi della normalizzazione forzata sia ignota, è indubbio che possa in qualche maniera aiutare a chiarire i rapporti tra epilessia e psicosi. In particolare, è di notevole interesse speculativo l’antagonismo biologico dei sintomi (crisi e allucinazioni o deliri).

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