La perfenazina è un neurolettico (vedi
Antipsicotici, farmaci) della classe delle fenotiazine, di tipo piperazinico.Il suo meccanismo di azione è correlato al blocco dei recettori dopaminergici di tipo D2 e, in misura minore, di tipo D1. Il farmaco presenta inoltre elevata affinità per i recettori serotoninergici di tipo 5-HT2 e per quelli antistaminici, mentre ha scarsa attività adrenolitica e anticolinergica.La perfenazina dimostra un rapido assorbimento per os, con picco plasmatico dopo 1-4 ore dalla somministrazione. L’emivita plasmatica è compresa tra 8 e 21 ore.Il farmaco è presente anche in fiale per uso parenterale e in una forma depot, in cui la molecola è esterificata con un acido grasso a 7 atomi di carbonio in olio di sesamo, che consente un lento rilascio. In tale forma long acting, le massime concentrazioni plasmatiche si ottengono in seconda-terza giornata, con riduzione del 50% circa dei valori dopo 15 giorni. La perfenazina è indicata nei disturbi di tipo schizofrenico e forme correlate, nelle forme maniacali, nelle psicosi tossiche, nelle sindromi mentali organiche accompagnate da delirio, nel vomito e nel singhiozzo incoercibile. La forma depot viene utilizzata nella terapia di mantenimento delle forme psicotiche croniche.Il range posologico varia a seconda delle indicazioni cliniche e della risposta individuale al farmaco: nelle forme lievi vengono abitualmente utilizzati 4-8 mg 3 volte/die. Nelle psicosi più gravi, soprattutto in ambiente ospedaliero, il dosaggio può salire a 8-16 mg 2-4 volte/die, fino a 64 mg/die. L’utilizzo delle fiale è riservato ai casi acuti e poco collaboranti, in un range da 5 a 20 mg/die (1-4 fiale/die). Con la perfenazina enantato, la frequenza delle somministrazioni è strettamente individuale, secondo la gravità della malattia, con un range di somministrazione ogni 2-4 settimane circa.Gli effetti collaterali, le controindicazioni e le interazioni farmacologiche sono quelli delle fenotiazine .
Dicembre 5, 2020 in P