È una procedura che viene utilizzata, in campo neurologico, essenzialmente in 3 patologie: nella s. di Guillain-Barré, nelle neuropatie croniche demielinizzanti e, soprattutto, nella miastenia gravis. In quest’ultima, è usata come intervento terapeutico a effetto rapido in pazienti in cui vi sia, per svariate ragioni, un brusco e pericoloso peggioramento; può essere anche usata per far migliorare rapidamente coloro che devono essere timectomizzati, allo scopo di ridurre la morbilità perioperatoria o anche in terapie croniche intermittenti quando non vi è risposta ad alcuna altra terapia. La frequenza delle sedute va stabilita in relazione al singolo caso: spesso si attua una rimozione di 3 litri di plasma 3 volte la settimana, sino a raggiungere un miglioramento stabile, il che in genere richiede meno di 6 sedute. Il 50% circa delle IgG è presente nel plasma circolante e la rimozione è seguita da un completo rimpiazzo nelle 39 ore successive; anzi, la rimozione può, stimolandone la sintesi, essere seguita da un rimbalzo, a sua volta causa di un peggioramento della malattia. Pertanto, è saggio iniziare il trattamento immunosoppressivo cortisonico ad alto dosaggio durante il trattamento plasmaferico. Si possono riscontrare lievi effetti collaterali: ipotensione o bradicardia in pazienti disidratati, aritmie cardiache transitorie, nausea, sensazioni di intontimento, brividi, annebbiamento del visus.