Sotto questa definizione, oggi non più in uso, si intende un insieme di quadri clinici ascrivibili a lesioni ischemiche multiple localizzate a livello emisferico, nella sostanza bianca e nei nuclei della base e del tronco encefalico. Fu così definita nel secolo scorso proprio perché i sintomi simulavano quelli dovuti a lesioni dei nuclei bulbari, ma in realtà le lesioni riscontrate erano bilaterali sovranucleari.Fondamentalmente, si tratta quindi di una forma di vasculopatia cerebrale arteriosclerotica, con interruzione delle vie cortico-bulbari dovuta a infarti multipli e stato lacunare. Se ne distinguono tre forme: una pura, una striata e una opercolare (sindrome dell’opercolo rolandico) . Nella forma pura si hanno segni di paralisi sovranucleare, cioè disfagia, disartria, paralisi labio-glosso-faringea, dissociazione automatico-volontaria dei muscoli facciali; a ciò si possono associare emiparesi, riso e pianto spastico. Nella forma striata predominano segni extrapiramidali, come l’ipercinesia e la rigidità, amimia, associati a deterioramento mentale, riso e pianto spastico.