Dicembre 5, 2020 in S

La corea reumatica o corea minor, descritta originariamente da Sydenham nel 1686, è una patologia ormai di raro riscontro. Vengono colpiti i bambini tra i 6 e i 15 anni, soprattutto di sesso femminile. L’esatta patogenesi non è ancora nota: si sa però con certezza che si tratta di una complicanza neurologica del reumatismo articolare acuto. Il reperto anatomopatologico è piuttosto variabile: in genere in fase acuta prevalgono i segni di vasculite a carico dei piccoli vasi corticali e della sostanza bianca; se il processo cronicizza prevalgono invece gli aspetti degenerativi.I pazienti sono bambini inizialmente distratti e irrequieti che successivamente manifestano movimenti coreici, dapprima sporadici e poi sempre più frequenti. Costante è la presenza di una sintomatologia psichica improntata all’instabilità dell’umore, all’irritabilità e alla scarsa attenzione. Possono poi essere variamente associati quadri reumatici di vario tipo, quali endocarditi o glomerulonefriti streptococciche.L’evoluzione è in genere benigna, con guarigione spontanea entro 2-3 mesi; difficilmente cronicizza, mentre invece le recidive sono piuttosto frequenti.La terapia fa soprattutto perno sul riposo e la riduzione di sollecitazioni emotive (le quali, come è noto, esaltano la sintomatologia extrapiramidale); per contrastare le manifestazioni coreiche si preferisce utilizzare ansiolitici benzodiazepinici oppure neurolettici a prevalente azione sedativa (aloperidolo). La terapia causale consta nella somministrazione di cortisone e/o ACTH; altrettanto importanti sono la ricerca e l’eradicazione degli eventuali foci reumatici.

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