La trimipramina è un antidepressivo della classe dei triciclici (TCA) .I principali meccanismi di azione sono rappresentati dall’inibizione della ricaptazione prevalentemente della NA e, in modo minore, della 5-HT. In cronico, induce una down regulation dei recettori b- e a2-adrenergici e dei 5-HT2 serotoninergici. La trimipramina possiede elevata affinità per i recettori a-adrenergici e muscarinici e superiore all’amitriptilina per quelli istaminici.Dopo somministrazione orale, il tasso plasmatico massimo del farmaco viene raggiunto dopo 3 ore circa, mentre l’emivita plasmatica è compresa tra 24 e 26 ore. La trimipramina viene metabolizzata a livello epatico e il metabolita principale è quello demetilato.Le indicazioni sono i disturbi depressivi, soprattutto quelli associati ad alterazione del sonno, ansia e agitazione.La posologia è abitualmente compresa fra 75 e 150 mg/die, ma possono essere utilizzati sino a 300 mg/die. Abitualmente, la trimipramina viene prescritta in monodose serale per facilitare il sonno.Gli effetti collaterali sono quelli generali dei triciclici , in sintesi l’ipotensione ortostatica (da blocco a-adrenergico); gli effetti anticolinergici centrali e periferici (da blocco muscarinico); l’incremento ponderale e sedazione (da blocco istaminergico) e gli effetti cardiotossici (ritardo di conduzione, turbe del ritmo, ecc.).Per le controindicazioni e le interazioni farmacologiche della trimipramina, vedi
Amitriptilina, Antidepressivi triciclici.

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