Questa sindrome include un’ampia gamma di sintomi che vanno
dall’alterazione nella percezione delle dimensioni di oggetti o persone
(metamorfopsia), che possono apparire più piccoli (micropsia) o più grandi
(macropsia) del normale, all’alterazione della percezione del passare del tempo o
ancora a un effetto di visione “a zoom” dell’ambiente circostante. La micropsia e la
macropsia sono anche rispettivamente definite visione lillipuziana e brobdingnagiana
e, sebbene usualmente definiscano un’apparente riduzione o ingrandimento delle
dimensioni degli oggetti, questi termini possono anche essere utilizzati per
indicare l’apparente avvicinamento o allontanamento del mondo visivo. Se, invece,
tali modificazioni avvengono gradualmente anziché all’improvviso, il paziente
sperimenterà la visione “a zoom”, cioè un aumento o una riduzione delle dimensioni
degli oggetti come se li osservasse modificando la lunghezza focale di un obiettivo
zoom.Sebbene tali “dispercezioni” possano, in prima analisi, essere
inquadrate come manifestazioni psicotiche o intossicazioni da farmaci, nella maggior
parte dei casi si associano a epilessia o emicrania. Infatti, la denominazione di questa s. è da ascrivere a
Todd, che notò come questo caratteristico corteo sintomatologico fosse strettamente
associato a manifestazioni epilettiche o a emicrania (1955), benché, a onor del
vero, la prima descrizione della sindrome risalga a Lippman nel 1952. Le più famose
descrizioni sono però quelle di Lewis Carroll nel suo racconto “Alice nel paese
delle meraviglie” (1865); egli stesso era soggetto a emicranie di questo tipo ed è
quindi per tale motivo che alla s. è stata attribuita questa denominazione.
Recentemente, in letteratura è stata descritta l’associazione della s. con la
mononucleosi infettiva.

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