È un neurolettico (vedi
Antipsicotici, farmaci) di tipo dibenzossazepinico che dimostra potente attività antidopaminergica (con blocco dei recettori D2 e, in misura minore, D1); possiede, inoltre,un’affinità elevata per i recettori 5-HT2 ed elevata attività adrenolitica, anticolinergica e antistaminica.La clotiapina presenta un assorbimento rapido, anche per os, e un’emivita di eliminazione di 8 ore circa. Le sue principali indicazioni sono rappresentate dalle psicosi acute (schizofrenia acuta, episodi deliranti, accessi maniacali, stati confusionali, stati di eccitamento psicomotorio), nelle quali viene particolarmente sfruttata la sua azione sedativa e anche nelle psicosi croniche risulta indicata ove sia necessaria una spiccata e continuativa azione di tipo sedativo.La posologia antipsicotica di attacco è di circa 100-120 mg/die per via im o ev o, in alternativa, per via orale in dosi refratte da raggiungere in 4-5 giorni. In caso di necessità, è possibile incrementare il dosaggio fino a un massimo di 360 mg/die. La terapia di mantenimento si aggira sui 40-60 mg/die per os.I principali effetti collaterali sono legati all’azione di blocco recettoriale alfa-adrenergico (soprattutto ipotensione posturale, tachicardia, sincope, ecc.) e agli effetti anticolinergici e antistaminici (sedazione e incremento ponderale). Il potente blocco dopaminergico nigrostriatale rende probabile la comparsa di effetti extrapiramidali sia acuti sia cronici e il blocco dopaminergico tubero-infundibolare determina la comparsa di iperprolattinemia e disturbi endocrinologici correlati . Un effetto collaterale potenzialmente fatale che può insorgere in corso di trattamento con farmaci antipsicotici, compresa la clotiapina, è la sindrome maligna da neurolettici.Le controindicazioni, le interazioni e le cautele di impiego sono quelle dei neurolettici in generale.

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