L’eponimo s. di Cotard è stato introdotto da Seglas molti anni dopo la descrizione fatta da J. Cotard di casi di “melanconia ansiosa grave” caratterizzati da deliri di negazione, immortalità, enormità, trasformazione corporea, dannazione, ansietà melanconica, analgesia e turbe della sensibilità, tendenza al suicidio, all’automutilazione, alla sitofobia. L’elemento psicopatologico caratteristico della sindrome è il delirio di negazione, auto- ed eterocentrico, che come tale viene detto delirio di Cotard. La sindrome oggi non è più considerata indissolubilmente legata alla depressione.Numerose osservazioni hanno descritto casi clinici con sintomatologia incompleta, nonché comparsa in differenti forme nosologiche, come stati confusionali, paralisi progressiva, schizofrenia, epilessia, encefaliti, alcolismo cronico, arteriosclerosi e demenze degenerative primarie tipo Alzheimer. I temi più costanti sono le affermazioni ipocondriache di non funzionamento d’organo (“Ho i polmoni di ferro”), la negazione totale e assoluta riguardante parti del corpo (“Non ho più le gambe”) o la persona in toto (“Non esisto”). Il nichilismo può coinvolgere l’intero cosmo (“Tutti saranno trascinati nel baratro”). Più rari sono i deliri di grandezza e immortalità. Sono colpiti soprattutto le età più avanzate e il sesso femminile. Quando la sindrome compare in età involutiva in soggetti con precedenti disturbi depressivi, non di rado presenta un quadro grave e resistente alle terapie, specialmente nei casi con chiara componente organica. Lesioni focali a livello dei lobi frontali e temporali sono state descritte in pazienti con s. di Cotard.

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