Disturbo caratterizzato da livello di attenzione scarso, inadeguato per lo sviluppo, o da aspetti di iperattività e impulsività inappropriati all’età o da entrambi, presenti per almeno 6 mesi, prima dei 7 anni di età (DSM-IV).È presente nel 3-5% dei bambini della scuola elementare. È imputabile a fattori genetici, a danni cerebrali minimi (presenza di soft neurological sign), disfunzione del sistema noradrenergico/dopaminergico, carenza emozionale.Sul versante clinico è caratterizzato dall’osservazione che il bambino non presta attenzione ai particolari, non mantiene l’attenzione sullo studio o sul gioco, non sembra ascoltare quando gli si parla, non porta a termine i compiti, evita di impegnarsi in mansioni con sforzo mentale protratto, perde gli oggetti necessari per le proprie attività, è sbadato, è facilmente distraibile (sintomi di distrazione). Il bambino si muove dalla sedia, è irrequieto, scorrazza in situazioni improprie, non riesce a giocare in modo tranquillo, agisce come se fosse spinto da una molla, parla troppo (sintomi di iperattività); “spara” le risposte alle domande, non sa attendere il proprio turno, è invadente (sintomi di impulsività).Vi è una compromissione in almeno due contesti (ad es., a scuola e in casa).Va distinto da un disturbo generalizzato dello sviluppo, dalla schizofrenia o da altre psicosi, dal disturbo depressivo, ecc.La remissione avviene tra i 12 e i 20 anni.Vi è un aumentato rischio di sviluppare un disturbo della condotta, antisociale di personalità e da uso di sostanze.La terapia è sia farmacologica, con farmaci stimolanti (ad es., destroamfetamina, metilfenidato, pemolina) o anche antidepressivi o clonidina, sia psicoterapia, quest’ultima associata alla terapia farmacologica. La psicoterapia può essere di tipo individuale, di consulenza familiare e di trattamento dei disturbi dell’apprendimento (vedi
Apprendimento, disturbi del).

Success message!
Warning message!
Error message!