La forma post-vaccinica antivaiolosa, ove tale pratica risulta utilizzata, compare con un’incidenza variabile fra 1:50.000 e 1:150.000. La mortalità risulta essere tuttavia elevata, superando anche il 50% dei casi, con sequele intorno al 10%.La maggior parte delle attuali encefaliti post-vacciniche nei Paesi industrializzati riguarda soprattutto quadri clinici che fanno seguito a vaccinazioni con virus vivi attenuati, quali l’antipolio di Sabin (vedi
Encefaliti da enterovirus), l’antimorbillosa, l’antipertosse, ecc.L’incidenza di encefalite risulta incrementata nei bambini che già presentano patologia neurologica sottesa, ad esempio encefalopatie ipossiche da sofferenza fetale o perinatale, specie se con convulsività. È necessario in tal senso ricordare come, in alcuni casi a rischio, l’impiego di vaccini con virus vivi attenuati di tipo neurotropo possa essere responsabile dell’insorgenza di una grave encefalopatia epilettogena, quale la sindrome di West secondaria.Tutte le encefaliti post-vacciniche citate, ma in particolare la West secondaria, si trascinano, almeno nel 50% dei casi, reliquati psicorganici, in parte conseguenti al danno parenchimale encefalitico (sovente su base immunoallergica), in parte collegati alla sofferenza successiva e persistente, causata da crisi comiziali sovente mal controllabili farmacologicamente. Vedi anche
Encefalomielite acuta disseminata.

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