La maprotilina è un antidepressivo strutturalmente tetraciclico, ma appartenente alla classe dei triciclici (TCA) . Il farmaco dimostra un’inibizione selettiva del reuptake della noradrenalina e, dopo assunzione protratta, determina una down regulation dei beta-recettori noradrenergici. Presenta, inoltre, una modesta attività sui recettori alfa-adrenergici, minore di quella dell’amitriptilina, e sui recettori muscarinici, nonché una spiccata attività sui recettori antistaminici. A differenza di altri triciclici, quali l’imipramina, la maprotilina aumenterebbe la fase REM del sonno.La maprotilina è completamente assorbita dopo somministrazione orale e presenta un’emivita compresa fra 30 e 50 ore. Si lega alle proteine plasmatiche nella misura dell’88%. A livello epatico viene demetilata, deaminata e idrossilata con la formazione di metossi-derivati di tipo aromatico. Viene escreta primariamente a livello urinario, nella misura del 57% dopo 21 giorni dall’assunzione di una singola dose, con un’escrezione biliare del 30% circa. Il 90% della quota escreta nelle urine è rappresentato da metaboliti, per lo più in forma glucuronata. L’emivita di eliminazione della maprotilina non è significativamente influenzata dalla presenza di una compromissione renale.Dopo dosi ripetute giornaliere, la concentrazione plasmatica di steady state viene raggiunta nel corso della seconda settimana. Una dose di 150 mg/die, sia singola sia refratta in 2-3 somministrazioni, genera abitualmente lo stesso livello plasmatico, prossimo ai 100-400 ng/ml.La maprotilina è indicata nel trattamento dei disturbi depressivi. Il suo range posologico varia a seconda delle indicazioni cliniche e della risposta individuale al farmaco. Il dosaggio abituale è di 75-150 mg/die, suddiviso in 2-3 somministrazioni. Incrementi successivi dovrebbero avvenire solamente dopo un congruo periodo di tempo, all’incirca 2 settimane, considerando la lunga emivita del farmaco: nel paziente depresso grave ospedalizzato, da una dose iniziale di 100 mg/die, suddivisa in 2-3 somministrazioni, si può incrementare il dosaggio gradualmente di 25 mg, prevalentemente in dose serale, sino a un dosaggio massimale prossimo ai 225 mg. Tali dosaggi devono essere evitati se esiste anamnesi positiva per episodi epilettici. Nel paziente anziano non dovrebbero essere superati i 75 mg/die.Gli effetti collaterali, le controindicazioni e le interazioni farmacologiche sono quelli generali dei triciclici , in sintesi ipotensione ortostatica (da blocco alfa-adrenergico), effetti anticolinergici centrali e periferici (da blocco muscarinico), incremento ponderale e sedazione (da blocco istaminergico) ed effetti cardiotossici (ritardo di conduzione, turbe del ritmo, ecc.).Con la maprotilina è stata segnalata una frequenza di comparsa di crisi epilettiche, sia in corso di trattamento in range posologico sia nei casi di sovradosaggio, superiore a quella di altri farmaci antidepressivi di tipo triciclico.Il rischio di crisi epilettiche è aumentato dalla contemporanea assunzione di fenotiazine, da un concomitante rapido decremento posologico di una benzodiazepina o a seguito di un rapido incremento posologico del triciclico. Il rischio di crisi può essere ridotto iniziando la terapia a basso dosaggio (75 mg/die) e mantenendola invariata per 2 settimane, incrementandolo eventualmente con gradualità (25 mg ogni 2-3 giorni) dopo tale periodo.