È una tecnica neuroradiologica che permette di visualizzare le strutture intraspinali. I primi mezzi di contrasto utilizzati furono l’aria o i gas (mielografia gassosa), ma furono subito affiancati dall’utilizzo di mezzi di contrasto (mdc) iodati, liposolubili, quali il lipiodol e il pantopaque, con il vantaggio di una maggiore rapidità e di una migliore visualizzazione anche delle tasche radicolari. Lo svantaggio dell’utilizzo di mdc iodato era legato alle possibili complicanze, quali soprattutto fenomeni aracnoiditici, per evitare i quali era necessario aspirare il mdc al termine dell’esame, manovra spesso difficoltosa e non sempre completamente eseguibile.Verso l’inizio degli anni Settanta fu introdotta la metrizamide, mezzo di contrasto non ionico, idrosolubile e che non richiedeva l’aspirazione, ma dotato di un’elevata neurotossicità. L’introduzione di più sicuri agenti idrosolubili, come lo iohexolo e lo iopamidolo, ha permesso di ovviare a queste complicanze, rendendo obsoleto l’uso degli mdc gassosi e liposolubili. Pur trattandosi di composti a minore tossicità, è sempre indicato facilitarne l’escrezione per via renale, aumentando la diuresi del paziente, ed evitarne il passaggio a livello intracranico nelle prime ore, mantenendo il paziente in posizione semiseduta.La mielografia può essere effettuata iniettando il mezzo di contrasto sia a livello lombare sia a livello cervicale, permettendo così di evidenziare i tratti cervicale, toracico e lombare del midollo spinale.Nella mielografia lombare il paziente è posto su un tavolo ribaltabile con capacità di inclinazione di 90°; viene praticata una puntura lombare a livello dello spazio intersomatico L2-L3 con iniezione di mdc non superando la dose consigliabile di 3,00 mg di iodio per esame. Poiché il composto utilizzato è idrosolubile, tende a diluirsi nel liquor, quindi bisogna tenere in considerazione la diminuzione del suo potere di risoluzione diagnostico in rapporto alla distanza dell’iniezione dalla regione da esaminare. Nella mielografia lombare sono previste almeno 4 proiezioni in stazione eretta (una antero-posteriore, una laterale e due oblique bilateralmente) e infine un radiogramma in proiezione laterale con paziente prono. Si esegue, quindi, una proiezione antero-posteriore con paziente supino e, quando necessario, una laterale della regione del cono midollare. La mielografia lombare normale permette di evidenziare l’intera estensione dello spazio sub-aracnoideo lombare, con una buona visualizzazione delle radici nervose. Il tipico aspetto mielografico di un’ernia del disco è descritta come una deformità a “naso di pecora” o a “incudine” a livello dello spazio intersomatico. A volte, la mielografia può risultare negativa quando l’ernia è molto laterale, per cui è necessario eseguire un’indagine TC postmielografica. La mielografia permette inoltre di evidenziare l’ostruzione dello spazio sub-aracnoideo secondario a neoplasie, traumi o ernia del nucleo polposo. La stenosi del canale lombare è generalmente secondaria a una condizione degenerativa: il diametro sagittale è ridotto per fenomeni di iperostosi che interessa la parte posteriore dei corpi vertebrali, a volte con presenza di bulging (protrusione) posteriore dei dischi intersomatici. La presenza di malformazioni vascolari è evidenziata da un difetto di riempimento serpiginoso, multiplo, dovuto a notevole dilatazione dei vasi arteriosi e venosi. La diagnosi può essere confermata da un’angiografia spinale.La mielografia toracica viene realizzata con l’iniezione di mezzo di contrasto a livello lombare, raramente con un’iniezione a livello cervicale (C1-C2 laterale).La mielografia cervicale viene effettuata attraverso l’approccio posterolaterale al midollo, a livello C1-C2, con il paziente posto in posizione prona e testa fissata in estensione. Le proiezioni radiografiche sono quelle anteroposteriore, laterale e obliqua. L’alterazione di più frequente riscontro con la mielografia cervicale è la spondiloartrosi cervicale, oltre alle ernie cervicali, alterazioni posttraumatiche, processi infiammatori o neoplasie.Oggi il progressivo sviluppo delle indagini a risonanza magnetica della colonna vertebrale ha ridotto notevolmente questa pratica neuroradiologica, potendo ottenere nella maggior parte dei casi analoghi risultati con notevole riduzione dei rischi.