Compare per la prima volta nel DSM-III. Fino ad allora, il concetto di narcisismo apparteneva al movimento psicoanalitico. Il DSM-IV descrive il disturbo come un quadro pervasivo di grandiosità, necessità di ammirazione e mancanza di empatia, che compare entro la prima età adulta. Il soggetto ha un senso grandioso di importanza; è assorbito da fantasie di illimitato successo, potere, fascino, bellezza e di amore ideale; crede di essere “speciale” e unico e di dover frequentare e poter essere capito solo da persone speciali o di classe elevata; richiede eccessiva ammirazione; ha la sensazione che tutto gli sia dovuto, cioè l’irragionevole aspettativa di trattamenti di favore o di soddisfazione immediata delle proprie aspettative; tende allo sfruttamento interpersonale, cioè approfitta degli altri per i propri scopi; manca di empatia; è spesso invidioso degli altri o crede che gli altri lo invidino; mostra comportamenti o atteggiamenti arroganti e presuntuosi. Risulta assente in tale caratterizzazione il narcisista schivo, silenziosamente grandioso che evita di essere al centro dell’attenzione per l’estrema sensibilità verso il rifiuto. La prevalenza varierebbe tra l’1-2% nella popolazione generale e il 16% nella popolazione clinica. Può presentarsi associato ad altri disturbi di personalità, come quelli antisociale, istrionico, borderline e paranoide, e al disturbo distimico, alla depressione maggiore, all’anoressia nervosa e ai disturbi correlati a uso di sostanze.La letteratura identifica un continuum nel disturbo narcisistico di personalità con descrizioni etichettabili descrittivamente come “narcisista inconsapevole” e “ipervigile”. Il primo tenterebbe di impressionare gli altri con i suoi talenti e di preservarsi dalla ferita narcisistica eludendo le risposte degli altri. Il secondo cercherebbe di mantenere la stima di sé evitando le situazioni di vulnerabilità e studiando gli altri per apparire come si deve. Molti pazienti presentano una miscela delle caratteristiche sintomatologiche di entrambi i tipi.Negli ultimi vent’anni la comprensione psicodinamica del disturbo si è incentrata attorno ai modelli di Kohut e Kernberg. Secondo Kohut, la genesi dei disturbi narcisistici va ricercata in un atteggiamento poco empatico da parte dei genitori che ha provocato l’arresto dello sviluppo a un Sé grandioso arcaico. Il conflitto sarebbe tra il Sé e l’oggetto, non intrapsichico. Questi fallimenti si manifestano nella tendenza del paziente a formare un transfert speculare, gemellare o idealizzante. Kernberg, partendo da una popolazione di studio diversa, parla di Sé grandioso patologico, non ritenendo che questo sia la riattivazione di una fase dello sviluppo infantile normale, ma patologico. Ciò che favorirebbe lo sviluppo di questo Sé grandioso sarebbe l’atteggiamento di genitori freddi, distaccati, ma nel contempo pieni di esagerate ammirazioni e aspettative dal bambino. La vera causa sarebbe un’eccessiva pulsione aggressiva originante dall’interno (la cui genesi sarebbe sia costituzionale sia ambientale), che impedirebbe alle rappresentazioni positive di integrarsi normalmente con quelle negative, portando così alla formazione di immagini scisse, eccessivamente idealizzate e grandiose o eccessivamente negative.Il trattamento è psicoterapico.