Le rickettsie sono bacilli intracellulari obbligati, biologicamente intermedie fra virus e batteri, posseggono un metabolismo proprio (che le rende sensibili a taluni antibiotici) pur crescendo intracellularmente e sono trasmesse all’uomo da insetti.Benché tutte le rickettsiosi possano indurre encefalite, solamente in alcune, quali ad esempio il tifo esantematico (da Rickettsia prowazeki), il quadro neurologico risulta costante; in altre l’e. compare esclusivamente nei casi più gravi (come, ad esempio, nel caso della febbre Q, da Coxiella burnetii). Un quadro importante negli Stati Uniti è quello della febbre emorragica delle Montagne Rocciose.Caratteristica di tali agenti patogeni risulta la produzione di tossine con azione tossica a livello capillare (vedi
Encefaliti batteriche non suppurative). Gli organismi del tifo e delle febbri emorragiche infettano le cellule endoteliali vascolari, producendo microvasculiti infiammatorie con proliferazione endoteliale, che determina noduli gliali perivascolari patognomonici per le rickettsie, altera la permeabilità vascolare, causando trombosi, microinfarti ed emorragie, sino a fenomeni di coagulazione intravasale disseminata (CID).Il quadro clinico è dominato dal rash cutaneo e dal quadro neurologico (“tifo esantematico”, in cui il termine tifo deriva dal greco “indistinto, confuso” riferito al delirium caratteristico di tale malattia).La Coxiella burnetii, responsabile della febbre Q, non dimostra analogo tropismo verso l’endotelio e quindi determina minore coinvolgimento del SNC, interessando maggiormente l’apparato respiratorio.Nel tifo e nella febbre emorragica l’esordio è brusco, con un quadro di meningite acuta grave, talora precedente il rash cutaneo. Possono associarsi segni encefalitici (frequenti le crisi convulsive) e mielitici.La diagnosi è prevalentemente clinica e la conferma sierologica risulta tardiva, per la comparsa ritardata degli anticorpi verso le rickettsie.Prima della terapia antibiotica, i casi con encefalite e delirio dimostravano una mortalità vicina all’80%: il trattamento di scelta è rappresentato dalle tetracicline o, in seconda scelta, dal cloramfenicolo.