Parte della valutazione psichiatrica clinica che descrive l’insieme complessivo delle osservazioni e delle impressioni dell’esaminatore relative al paziente psichiatrico al momento dell’intervista (Kaplan).Comprende vari punti che, durante il colloquio, vanno esaminati singolarmente, ma al tempo stesso con empatia ed entrando in comunicazione profonda con il paziente, in quanto l’atteggiamento dello psichiatra e la modalità di porre le domande non sono mai neutri, bensì terapeutici o patogeni. Le modalità di conduzione dell’intervista e l’ordine di valutazione dei vari ambiti possono variare a seconda delle varie scuole psichiatriche.I vari aspetti da considerare secondo lo schema di Kaplan sono:1. Descrizione generale, che considera:Aspetto. Descrizione dell’aspetto del paziente e dell’impressione fisica complessiva trasmessa allo psichiatra: il paziente può mostrare un abbigliamento vivace, sgargiante, tipico degli stati maniacali, oppure essere trasandato, scarsamente curato, come si nota in corso di psicosi schizofreniche oppure depressioni endogene gravi.Comportamento e attività psicomotoria. Il paziente può essere iperattivo, muoversi nella stanza, giocherellare con le mani, come avviene nelle forme ansiose, sino ad avere un atteggiamento francamente agitato, a esprimere crisi pantoclastiche di distruttività ambientale, come si evidenzia in fasi maniacali o in corso di intossicazioni alcoliche; viceversa, in corso di depressione il paziente appare rallentato, sia a livello motorio sia nel decorso del pensiero.Atteggiamento nei confronti dello psichiatra. Il paziente può mostrarsi accessibile e disponibile al colloquio, sintonico e adeguato alla situazione, oppure essere adesivo, querulo, mostrare atteggiamenti ossequiosi e passivi, ironici, oppositivi, ostili.2. Umore e affettività, che comprendono:L’umore (che rappresenta l’emozione pervasiva e sostenuta che colora la percezione) può essere depresso (disturbi depressivi, schizofrenia, disturbi di adattamento, ecc.), irritabile (disturbi depressivi, borderline), euforico (fasi maniacali), ecc.L’affettività, cioè l’attuale risposta emozionale del paziente, si può mostrare normale, ristretta o coartata, come avviene nei disturbi depressivi, mentre, al contrario, in corso di mania il paziente tende all’espansività.L’appropriatezza delle risposte emozionali nel contesto dell’argomento: tipicamente, in corso di schizofrenia si possono evidenziare riposte affettive paradosse (ad es., riso durante l’esposizione di argomenti luttuosi); anche in corso di isteria si può evidenziare un distacco affettivo (belle indifferénce), mentre la paziente (o il paziente) espone od osserva freddamente il compiersi dei suoi disturbi funzionali anche gravi, ad esempio simil-neurologici.3. LinguaggioDescrizione delle caratteristiche fisiche del linguaggio, relativo a quantità, velocità di produzione e qualità; ad esempio, loquace, taciturno, scandito, borbottato, spontaneo o meno, ecc.Un linguaggio rallentato orienterà verso disturbi depressivi, della coscienza o della memoria, così come verso intossicazioni, alterazioni cerebrali organiche; viceversa, un linguaggio accelerato è tipico di fasi maniacali o ipomaniacali, oppure di intossicazione da sostanze.4. Disturbi della percezioneIllusioni. Il riscontro di illusioni è un fenomeno comune e quindi non indirizza verso un disturbo psichico.Allucinazioni . Allucinazioni visive sono tipiche per lo più di disturbi organici; viceversa, quelle uditive si riscontrano in forme psicotiche (schizofreniche, maniacali, depressive, ecc.).Depersonalizzazione e derealizzazione (che secondo altri autori rientrano tra i disturbi della coscienza dell’Io). Sono disturbi presenti in corso di disturbi d’ansia, tipicamente nel disturbo di panico oppure in corso di psicosi schizofreniche.5. Pensiero , che comprende:L’esame della forma o processo, relativo al modo in cui il soggetto correla insieme le idee e le associazioni: in corso di mania si ha un’accelerazione del decorso del pensiero, in corso di depressione un rallentamento; durante la schizofrenia si evidenzia l’allentamento dei nessi associativi.L’esame del contenuto, relativo a ciò che il soggetto sta pensando; si possono riscontrare deliri, presenti in corso di schizofrenia, disturbo delirante, depressione, mania, idea prevalente, ossessioni (presenti in corso di disturbo ossessivo compulsivo), fobie (presenti in corso di disturbo d’ansia, [vedi
Fobie]), idee ricorrenti, ecc.6. Sensorio e capacità cognitive. Vengono valutate le funzioni cerebrali organiche e l’intelligenza; queste sono tipicamente alterate in corso di demenza e ritardo mentale oppure in presenza di delirium; l’esame clinico può essere integrato con valutazioni psicometriche, quali il Mini-Mental State Examination o, in modo più approfondito, con la scala di Wechsler. Vengono valutati:La vigilanza e il livello di coscienzaL’orientamento nel tempo, nello spazio e verso la personaLa memoria nelle sue diverse componenti (memoria remota, passata recente, recente, ritenzione e richiamo)La concentrazione e l’attenzioneLa capacità di lettura e scritturaLe capacità visuo-spaziali, ad esempio chiedere di copiare due pentagoni intrecciatiIl pensiero astratto, che rappresenta la capacità del soggetto di organizzare i concettiIl patrimonio di informazioni e intelligenza.7. Controllo degli impulsi (sessuali, aggressivi, ecc.). Questi aspetti sono tipicamente alterati nel disturbo da controllo degli impulsi o in disturbi borderline.8. Capacità di giudizio e di insightCapacità di giudizio. Valuta vari aspetti della capacità di giudizio sociale del paziente e se è in grado di prevedere le conseguenze del proprio comportamento.Insight, che è relativo al grado di consapevolezza e di comprensione che il soggetto ha rispetto all’essere ammalato; esistono un insight intellettivo, presente nei pazienti che riescono ad ammettere di essere ammalati, e un insight emozionale, quando la consapevolezza dei pazienti dei propri vissuti e sentimenti profondi conduce a una modificazione della loro personalità o dei loro modelli di comportamento.9. Attendibilità del paziente, che è relativa alla capacità di riferire sul proprio stato psichico in modo accurato.Altri esempi di schemi valutativi clinico-psichiatrici tengono presenti anche l’esame delle funzioni vitali (quali, ad esempio, l’andamento del sonno o l’appetito), che gli autori sovracitati fanno rientrare nella valutazione anamnestica, oppure, in termini fenomenologici, la valutazione può avvenire prendendo in esame categorie esistenziali, quali ad esempio il tempo.