Branca della medicina riabilitativa che si occupa del recupero dei deficit e delle disabilità secondarie a malattie neurologiche. Pressoché sconosciuta nel passato e considerata la “sorella minore” della riabilitazione ortopedica, ha avuto un grande impulso soprattutto in seguito alla diffusione delle tecniche di valutazione dei deficit cognitivi. Con queste, infatti, è stato possibile affrontare in maniera scientifica i complessi rapporti tra danno anatomico e lesione funzionale e dare quindi significato razionale alle strategie riabilitative. Come esempio paradigmatico, citiamo la straordinaria importanza della valutazione neuropsicologica dell’afasia e il conseguente sviluppo degli studi nel settore: esistono oggi un’“afasiologia” scientifica e diverse tecniche di riabilitazione delle varie forme di afasia. Il campo principale di applicazione della neuroriabilitazione è quindi quello dei disturbi motori e cognitivi conseguenti alle vasculopatie cerebrali (ictus) . Utilizzando varie tecniche (Bobath, Kabat, Salvini-Perfetti o altre), i neuroriabilitatori riescono spesso a ottenere un buon recupero (ancorché difficilmente quantificabile in maniera significativa) del deficit. Non sempre viene tuttavia raggiunta l’autonomia. Altre patologie passibili di neuroriabilitazione sono la sclerosi multipla, il m. di Parkinson e i traumi cranici e spinali. Non esistono al momento dati scientificamente attendibili che correlino il miglioramento clinico con dati neurofisiologici. Per la valutazione delle disabilità sono di uso corrente varie scale, differenziate per patologia o entità della lesione: tra queste, il Barthel Index per determinare l’autonomia nelle attività quotidiane e, con le stesse finalità, la FIM-FAM o Functional Independence and Ability Measure. La Glasgow Coma Scale è impiegata per la valutazione del coma; la scala di Kurtzke per la determinazione della disabilità nella sclerosi multipla; il Rivermead Mobility Index per misurare la velocità della marcia; la scala Rancho Los Amigos per valutare i livelli di recupero cognitivo. Il presupposto dell’efficacia della neuroriabilitazione che fa riferimento al concetto “neuroplasticità” del SNC è oggetto di discussione.