Il secondo paio di nervi cranici è deputato alla sensibilità specifica visiva. È un nervo esclusivamente sensitivo che trae origine dalle cellule multipolari della retina. I prolungamenti centripeti si riuniscono formando le fibre ottiche, dal cui assemblamento nasce il nervo ottico. Esso penetra nella cavità cranica attraverso il forame ottico. Il nervo ottico viene distinto in 4 parti: intrabulbare, intraorbitale, intracanalicolare e intracranica. Le fibre del nervo ottico vengono anche distinte in maculari (deputate alla visione distinta e dei colori), nasali e temporali. A livello del chiasma ottico, situato dorsalmente alla sella turcica, si assiste alla decussazione di tutte le fibre nasali e della metà delle fibre maculari; l’altra metà delle fibre maculari e le fibre provenienti dall’emiretina temporale proseguono direttamente nel tratto ottico omolaterale. La via ottica continua pertanto nei due tratti ottici, che terminano nei corrispondenti corpi genicolati laterali del talamo. Da qui originano le fibre talamo-corticali che costituiscono la radiazione ottica (del Gratiolet) per terminare all’area visiva primaria (area 17 di Broadmann), localizzata nel lobo occipitale di ciascun emisfero cerebrale.Le lesioni del nervo ottico possono essere individuate tramite l’oftalmoscopia solo per quanto concerne la sua parte immediatamente iniziale (fino alla papilla ottica).Un caratteristico quadro clinico osservabile è la papilla da stasi, per lo più conseguente a una sindrome da ipertensione endocranica rilevabile in casi di tumori cerebrali, encefaliti, traumi cranici od oculari, patologie sistemiche.La papilla si mostrerà rilevata ed edematosa e inoltre verrà riscontrata una notevole diminuzione dell’acuità visiva, mentre i riflessi pupillari saranno conservati.Altrettanto rilevanti sono le patologie infiammatorie del nervo che prendono il nome di neuriti e sono divise in forme intrabulbari (papillite) e retrobulbari. Nel primo caso si hanno calo del visus, dolore oculare e talvolta disturbi nella visione notturna.La neurite ottica retrobulbare viene distinta in due forme cliniche: acuta e cronica. Nella forma acuta, il quadro si instaura rapidamente ed è spesso monolaterale, mentre nella forma cronica l’esordio è subdolo e generalmente bilaterale. Le cause sono diverse: di origine tossica (farmaci, ossido di carbonio, alcool), flogistica, traumatica e neoplastica. Spesso, poi, la neurite ottica retrobulbare rappresenta la prima manifestazione clinica di sclerosi multipla. La sintomatologia anche in questo caso è contrassegnata da calo del visus, restringimento del campo visivo, alterazione della percezione cromatica centrale e presenza di scotomi centrali; rispetto però alla forma intrabulbare il quadro oftalmoscopico è negativo.La terapia delle neuriti, sia intra- sia retrobulbari, è volta a rimuovere la causa iniziale, ma si avvale anche dell’uso di cortisonici e vitamine del gruppo B.Le patologie degenerative del nervo ottico prendono il nome di atrofie (vedi
Atrofia ottica) e vengono distinte in ascendenti (forme primitive) e discendenti (forme secondarie). Le prime sono dovute a sclerosi multipla, sifilide, atrofia ottica ereditaria di Leber e neoplasie. Le forme secondarie si riscontrano invece generalmente in seguito a traumi, glaucoma, vasculopatie ed edema della papilla. Si riscontreranno un calo della acuità visiva e un restringimento del campo visivo. Altre patologie che interessano il nervo ottico sono le neoplasie (soprattutto gliomi, meningiomi e craniofaringiomi), le lesioni traumatiche e l’interessamento nel corso di malattie sistemiche quali arteriti, lupus eritematoso sistemico (LES), diabete e AIDS.

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