(ingl. comparative psychology; ted. vergleichende Psychologie; fr. psychologie comparée)Settore della psicologia animale che confronta il comportamento fra le varie specie animali o che ha come oggetto le manifestazioni più semplici della condotta umana tramite la loro verifica su animali studiati in laboratorio. In tal senso, la psicologia comparata differisce dall’etologia, che si occupa dell’animale nel suo habitat naturale anziché in laboratorio. La psicologia comparata è il prodotto del concetto darwiniano (1872) di continuità evolutiva, che considera l’uomo come l’ultima tappa di un articolato percorso evolutivo e che, attraverso uno studio comparato, può individuare negli atteggiamenti dell’individuo talune tracce del suo passato animale. È a Darwin che si deve la nascita della psicologia comparata, grazie al suo studio sulle emozioni animali e umane, anche se il tentativo pionieristico di stimolarne lo sviluppo e di aprire la strada all’introduzione del metodo sperimentale in questo campo compete a G.H. Romanes (1883) che, raccogliendo un gran numero di dati sul comportamento di diverse specie animali attraverso l’osservazione, conferma la teoria della continuità evolutiva. C.L. Morgan (1894), opponendosi alla tendenza antropomorfizzante, afferma che il comportamento di un animale non deve essere interpretato come il risultato di un processo mentale superiore, quando è possibile valutarlo in termini di processi mentali inferiori. Il primo sistema formale e rigorosamente sperimentale dell’apprendimento creato da E.L. Thorndike (1911), attraverso lo studio del comportamento per “tentativi ed errori” compiuto su gatti tenuti in gabbia, viene però avversato da W. Köhler (1917) che ritiene tali procedure sperimentali artificiali e capaci di indurre un comportamento cieco e casuale negli animali esaminati, non posti nelle condizioni di cogliere tutti gli elementi componenti la situazione globale. Secondo il punto di vista gestaltista (vedi
Psicologia della forma), invece, l’organismo deve essere in grado di trarre la relazione tra le diverse parti della situazione percettiva prima di poter sviluppare la necessaria intuizione: è perciò indispensabile una ristrutturazione del campo percettivo, affinché l’apprendimento venga messo in atto. Al contempo, I.P. Pavlov (1927), attraverso la ricerca delle connessioni esistenti tra stimolo e risposta compiuta sui cani, mette a punto il concetto di condizionamento (vedi
Comportamentismo), fondamentale per lo studio dei processi d’apprendimento dell’animale e dell’uomo.La psicologia comparata si occupa oltre che dell’apprendimento, dell’aggressività, dell’intelligenza, della percezione, vagliate in ambito sperimentale, ove sia possibile distinguere la componente ereditaria da quella ambientale in soggetti la cui discendenza genetica e l’addestramento siano accertati.

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