Interventi psicoterapeutici diretti a operare in setting che prevedono un numero convenuto di pazienti (da 6-8 sino a 20-25, a seconda del tipo di gruppo), che si incontrano con conduttori esperti in luoghi e tempi concordati: in tali condizioni di gruppo si ritiene sia possibile aiutare l’individuo a produrre cambiamenti utili a chiarire la sua richiesta di aiuto e ad affrontare i suoi disturbi. I gruppi possono essere chiusi o aperti, a seconda che i membri cambino con maggiore o minore frequenza. La possibilità di promuovere processi di cambiamento psichico all’interno del setting gruppale è favorita da alcuni dispositivi tecnici finalizzati ad affrontare le emergenze disturbanti. Altre variabili da considerare per una migliore comprensione delle psicoterapie di gruppo sono i fattori terapeutici e il concetto di cambiamento. I dispositivi tecnici sono strategie messe in opera per stimolare cambiamenti nello spazio del gruppo, ad esempio gli interventi del conduttore, le sue interpretazioni, i suoi suggerimenti, l’utilizzo del contenimento, la direttività o la rinuncia consapevole a interventi direttivi. I fattori terapeutici legati al gruppo sono stati diversamente denominati all’interno delle diverse scuole. Le variabili riconosciute dalla maggior parte degli autori sono:la speranza, il recupero della fiducia negli altri attraverso il gruppol’universalità, la comprensione del fatto di non essere soli e di poter riconoscere la propria appartenenza al genere umanola conoscenza, l’apprendimento di nuovi aspetti di sé e degli altril’altruismo, l’attitudine a capire di essere capaci di offrire agli altri e diventare più disponibili a ricevere da lorola ricapitolazione dell’originaria esperienza infantile familiare, che ha una sua nuova edizione e la sua correzione, nelle relazioni stereotipe vissute con gli altri membri del gruppola socializzazione, lo sviluppo cioè di abilità socialil’imitazione, l’opportunità di apprendere nuovi pattern di comportamento, meglio adattatila catarsi, il comprendere come talune espressioni di emozioni e affetti non sono poi così distruttiveil “fattore esistenziale”, contatto con le dimensioni di base dell’esistenza quali la vita, la morte, la paura, la libertà, l’odio, la volontà, apertamente discusse in gruppo;la coesione, il senso di gruppalità e di appartenenzal’apprendimento interpersonale, frutto dell’immediatezza del rapporto con l’altro all’interno degli scambi del microcosmo gruppale.Nelle psicoterapie di gruppo, il concetto di cambiamento è particolarmente problematico in quanto le strategie gruppali implicano cambiamenti minimi, ottenuti con discontinuità. Cambiamento, nel gruppo, può significare apprendere ad adattare i propri schemi di riferimento a situazioni diverse, comprendendo il punto di vista altrui nei rapporti interpersonali. Segni di questo cambiamento possono essere una maggiore flessibilità psichica, una maggiore apertura agli stimoli, l’accettazione del nuovo e dell’imprevisto e una maggiore capacità di contenimento delle emozioni.La terapia di gruppo venne introdotta nel 1907 da Prat per aiutare alcuni pazienti tubercolotici ad affrontare la malattia. Con Bion divenne uno strumento terapeutico per ogni singolo membro; Moreno introdusse, come variante terapeutica, l’azione nella forma dello psicodramma. Oggigiorno, l’analisi di gruppo viene praticata nelle comunità terapeutiche o nei centri diurni, con gruppi di pazienti omogenei, soprattutto per la cura dei disturbi di personalità e nelle tossicodipendenze.La formazione degli operatori di gruppo deve essere specifica: l’indirizzo psicoanalitico pone come condizione al terapeuta di gruppo il completamento di un’analisi personale, prima di iniziare una formazione gruppale. Anche altri indirizzi sottolineano l’importanza di una buona conoscenza di se stessi unitamente alla pratica della supervisione nella formazione per operare nell’ambito della conduzione dei gruppi.

Success message!
Warning message!
Error message!