Perdita della capacità di calcolo.
Mentre originariamente l’acalculia non veniva distinta come deficit dai disturbi del
linguaggio e della lettura, Henschen (1919) ne sostenne l’identificazione con un
deficit specifico e Berger (1926) distinse un’acalculia primaria
(anaritmetria) e una secondaria a disturbi del linguaggio, della lettura,
della memoria o dell’attenzione. Hecaen et al. (1961) proposero una classificazione
delle acalculie che si articola in tre punti: (1) anaritmetria (deficit
primario di calcolo); (2) acalculia alessica o agrafica
(disturbo attribuibile a deficit specifici di lettura o scrittura di numeri);
(3) acalculia spaziale (errori dovuti alla disorganizzazione spaziale
del calcolo scritto). L’acalculia può quindi presentarsi associata a disturbi
afasici (vedi
Afasia) per deficit di
transcodificazione, mentre disturbi delle procedure di calcolo sono associate a
lesioni parietali sinistre. Nella s. di Gerstmann il
disturbo di calcolo interessa le procedure di calcolo con risparmio delle prove di
transcodificazione (i numeri sono letti, compresi e pronunciati) e delle conoscenze
numeriche (tabelline). Errori nelle procedure di calcolo possono verificarsi anche
in seguito a fenomeni inattentivi.