Dicembre 4, 2020 in A

Malattia dei
perossisomi, descritta per la prima volta nel 1923 da Siemerling e Creutzfeldt,
che avevano indicato come caratteristiche salienti la leucodistrofia progressiva e
la pigmentazione cutanea. È legata al sesso (regione Xq28 del cromosoma X), con
espressione iniziante nella prima infanzia, adolescenza o età giovanile. Sono
riportati diversi fenotipi. Dà luogo a degenerazione progressiva corticale con cecità corticale e
coinvolgimento midollare spinale con tetraparesi spastica, soprattutto in soggetti
giovani di sesso maschile. Una variante è costituita da un morbo di
Addison legato al cromosoma X, il quale
causa un ipocorticosurrenalismo con iperpigmentazione cutanea.I
persossisomi sono normali in numero e grandezza, ma la loro funzione è deficitaria.
Verosimilmente, si tratta di difetti enzimatici isolati, tali da impedire la
degradazione catabolica degli acidi grassi a catena molto lunga (VLCFA),
conseguendone pertanto un loro accumulo (soprattutto di acido esacosanoico, C26:0).
Neuropatologicamente è presente un processo degenerativo della mielina, con aumento
dei macrofagi e accumulo lipidico, risposta infiammatoria perivascolare e vaste aree
di gliosi fibrillare. In base all’età sono distinti 6 fenotipi, tra i quali l’adrenomieloneuropatia e
lo stesso m. di Addison, oltre a forme legate all’età (“cerebrale” dell’infante,
adolescente e adulto), una forma asintomatica e una atipica. Dal punto di vista
terapeutico, sono stati compiuti diversi tentativi per abbassare le concentrazioni
plasmatiche di VLCFA.La somministrazione orale di acido oleico nella forma di
trigliceride (glicerotrioleato, GTO) unita all’acido erucico (C22:1) in forma di
trigliceride (gliceroltrierucato, GTE) fu in grado di normalizzare le concentrazioni
di acido esacosanoico in un gruppo di pazienti con adrenoleucodistrofia X-legata.
Tale combinazione di GTO e GTE in un rapporto di 4:1 divenne nota con il nome di
“olio di Lorenzo”, in omaggio a Lorenzo
Odone, il primo paziente trattato con tale mistura.Studi successivi, tuttavia, hanno
dimostrato che, nonostante tale trattamento, la malattia
progredisce.

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