Atto medico deliberato a causare la morte del paziente mediante la somministrazione diretta di una dose letale di farmaci o di altri agenti. Poiché spesso tali pazienti sono affetti da malattie inguaribili o da gravi traumatismi, l’eutanasia è anche detta uccisione compassionevole. Sulla base dell’azione del medico e della condizione del paziente, sono stati descritti 4 tipi di eutanasia: (1) eutanasia attiva, in cui un medico intende deliberatamente uccidere un paziente per alleviare o prevenire una sofferenza incontrollabile; (2) eutanasia passiva, in cui un medico interrompe mezzi artificiali atti a prolungare la vita (ventilatori, apparecchi di dialisi o altro) cosicché il paziente muore di morte naturale; (3) eutanasia volontaria, in cui la persona prossima a morire è competente a dare il consenso e lo fa; (4) eutanasia involontaria, in cui la persona prossima a morire è incompetente o incapace a dare il consenso.Nel codice deontologico medico, i medici giurano di non prescrivere farmaci che provochino la morte o di non dare consigli a un paziente tali da causare la morte. L’eutanasia, quindi, come il suicidio assistito, è inaccettabile da un punto di vista deontologico. Naturalmente, con lo sviluppo di nuove tecnologie e di apparecchiature che permettono di prolungare la vita e con l’aumento della longevità, sia l’eutanasia sia il suicidio assistito saranno sempre più fonti di controversie mediche, etiche e anche spirituali.