L’attenzione è la capacità di mettere a fuoco specifici contenuti soggettivi e
oggettivi in relazione al proprio stato di coscienza. Può essere spontanea (o
passiva) quando non richiede un particolare sforzo attentivo, oppure attiva quando è
necessario un controllo volontario per mantenere un determinato livello di
attenzione (attenzione concentrata). Esiste un tipo di attenzione,
definita dispersa, che permette di mantenere un livello minimo di
concentrazione sul mondo che ci circonda e una cosiddetta aspettante che è in
grado di selezionare solo alcuni segnali e non altri su cui focalizzare
l’attenzione. Dal punto di vista anatomofisiologico, il processo attentivo sembra
correlato al sistema limbico e alla corteccia cerebrale, soprattutto a livello dei
lobi frontali.Esistono sistemi di valutazione dei vari gradi di attenzione
come, ad esempio, il Continuous Performance Test, ma vengono anche utilizzati alcuni
subtest del WAIS (associazione simboli-numeri, memoria di cifre), il test di
cancellazione, il Reitan Trail-making Test, la sezione di controllo mentale della
Wechsler Memory Scale, ecc.I disturbi dell’attenzione non in relazione a
lesioni cerebrali vengono distinte in distraibilità, quando l’attenzione è
facilmente distolta da stimoli anche di bassa intensità, e in difficoltà
di concentrazione, quando è presente una ridotta capacità di
mantenere nel tempo un adeguato livello attentivo.Disturbi dell’attenzione
sono riscontrabili in molte malattie psichiatriche, come la depressione, la mania e
la schizofrenia, oltre che nei disturbi della vigilanza e della coscienza, nella
demenza e nell’insufficienza mentale.
Dicembre 4, 2020 in A