Il termine “stato vegetativo” fu coniato da Jennett e Plum nel 1972 per definire una situazione clinica emergente dal coma dopo un trauma cranio-encefalico grave e consistente in un ritorno alla vigilanza senza la ripresa della coscienza e delle funzioni corticali superiori. I meccanismi possibili per la sua genesi sono: (1) il grave danno assonale diffuso (cioè vuoti da retrazione nella sostanza bianca, cicatrici microgliali e degenerazione delle vie nervose a lungo tragitto, lisi della sostanza bianca); (2) lo spostamento del tronco encefalico verso il foramen magnum, con lesione vascolare del tronco; (3) la spinta laterale dei ventricoli con lesioni estese della sostanza bianca periventricolare in gravi casi di idrocefalo.Clinicamente è caratterizzato da: (1) apertura spontanea degli occhi; (2) ripristino del ciclo sonno-veglia; (3) mantenimento spontaneo della normale pressione arteriosa e del normale ritmo respiratorio; (4) assenza di risposte motorie finalizzate; (5) assenza di vocalizzazioni comprensibili; (6) assenza di esecuzione di ordini semplici; (7) assenza di movimenti oculari sostenuti e finalizzati; (8) emissione di vocalizzazioni incomprensibili; (9) presenza di automatismi orali e bucco-facciali; (10) mancato controllo del capo e del tronco per insufficiente controllo del tono posturale assiale (questo danno non è però caratteristico solo dello stato vegetativo). Il soggetto viene definito vigile, ma svuotato di ogni contenuto di coscienza, senza funzioni mentali cognitive o affettive.I pazienti vengono definiti “vegetativi” quando, a 1 mese dal trauma, pur essendoci l’apertura degli occhi e la presenza del ritmo sonno-veglia, non esprimono una risposta significativa sul piano cognitivo, non obbediscono ai comandi e non emettono parole riconoscibili.In origine, lo stato vegetativo era considerato come espressione di un danno del tronco cerebrale con modesti danni emisferici, ma successivi studi post mortem hanno evidenziato estesi danni cortico-sottocorticali associati.Sino a oggi non esistono fattori predittivi prognostici. Tra i pazienti al di sopra dei 40 anni, vegetativi a 1 mese dal trauma, nessuno recupera l’autonomia e dopo 1 anno solo l’1% è vivo in uno stato vegetativo. L’espressione “stato vegetativo persistente” o “permanente” non dovrebbe essere usata prima di 1 anno dall’insorgenza del coma. La diagnosi differenziale va posta con la locked-in syndrome .