Le malattie cerebrovascolari rappresentano un raggruppamento clinico che include: gli attacchi ischemici transitori (transient ischemic attack, TIA) , lo stroke (termine generico assimilabile agli equivalenti ictus o, per fare riferimento alla medicina del secolo scorso, colpo apoplettico, e che include l’infarto cerebrale [o ischemia] , l’emorragia cerebrale , e l’emorragia subaracnoidea), la demenza multinfartuale (vedi
Demenze) e l’encefalopatia ipertensiva (Classification of Cerebrovascular Disease III, 1990).Nel complesso, le malattie cerebrovascolari sono le patologie neurologiche certamente più frequenti, rappresentando peraltro la terza causa di morte nei Paesi occidentali e la prima causa di invalidità.Le forme cliniche riscontrabili sono numerose, ma certamente tra esse le due categorie cliniche più rilevanti sono l’ictus e l’attacco ischemico transitorio; parimenti rilevante, per lo meno dal punto di vista epidemiologico, è la demenza multinfartuale, che però per le sue caratteristiche cliniche viene ascritta al capitolo delle demenze.Il corteo sintomatologico che caratterizza sia l’ictus ischemico sia l’attacco ischemico transitorio è sovrapponibile; queste due entità cliniche sono piuttosto distinguibili in base a un criterio di durata, poiché, mentre i deficit neurologici focali nel caso del TIA sono reversibili entro, in genere, un tempo di 24 ore, nell’ischemia cerebrale persistono certamente oltre le 24 ore e, anche quando l’episodio non esita nel decesso del paziente, non vanno quasi mai incontro a una completa restitutio ad integrum.Nell’80% dei casi, l’ictus è provocato da un infarto cerebrale e nel restante 20% da emorragie (cerebrali nel 10-15% circa degli ictus ed emorragie subaracnoidee nel rimanente 5%).La diagnosi differenziale tra ictus ischemico e ictus emorragico è possibile principalmente grazie all’ausilio della neuroradiologia: mentre, infatti, la TC non è informativa in questi casi se non dopo 4-5 giorni, la RM permette di dirimere tale quesito fin dalle prime ore.Vi sono poi episodi contrassegnati da una sintomatologia neurologica deficitaria focale di origine ischemica che regredisce (come nel caso del TIA), ma dopo un tempo nettamente superiore alla 24 ore; questi TIA protratti (anche oltre 1-2 settimane) si risolvono infatti con un recupero pressoché completo o, comunque, con una sintomatologia residua senza significato funzionale. La denominazione di questi quadri nella letteratura internazionale corrisponde ai termini RIA (Reversible Ischemic Attack) o RIND (Reversible Ischemic Neurological Deficit).