(ingl. stuttering; ted. Stottern)Chiamata anche disfemia, la balbuzie è un disturbo del linguaggio che concerne tanto il ritmo quanto la fluenza verbale ed è caratterizzata dall’involontaria ripetizione di suoni o sillabe e dall’interruzione o dal prolungamento di suoni, sillabe e parole.I balbuzienti possono individuare preventivamente il 95% delle parole sulle quali avranno difficoltà di pronuncia in un determinato scritto. Questo potrebbe dimostrare che, considerando l’esperienza passata, essi anticipano la difficoltà con alcune parole innescando un comportamento di evitamento che provoca la balbuzie. I balbuzienti dimostrano una particolare difficoltà nel pronunciare alcuni tipi di parole: quelle che iniziano con consonanti, le parole iniziali di un discorso, i nomi, i verbi, gli aggettivi e le parole composte di un maggior numero di sillabe. Poiché queste sono le parole che producono una maggiore esitazione anche nei soggetti non balbuzienti, sembra esservi un legame tra la balbuzie e un normale utilizzo delle pause e delle ripetizioni.Benché la balbuzie tenda a ripresentarsi in alcune famiglie, gli studi dimostrano che, rispetto alla familiarità, possono incidere maggiormente una predisposizione neurologica o fattori ambientali, piuttosto che tratti genetici. I balbuzienti non dimostrano alterazioni organiche. Sono stati, tuttavia, ipotizzati legami tra tale disturbo e l’incremento dell’eccitabilità neurovegetativa o le encefaliti. Ogni situazione nella quale viene posta eccessiva attenzione ai normali difetti di fluenza nel bambino sembrerebbe generare il perdurare di tale disfunzione. Infatti, la balbuzie tende a presentarsi quando un genitore reagisce in modo particolarmente ansioso alle normali pause e ripetizioni legate alle prime difficoltà che insorgono nell’apprendimento del linguaggio. Le ipotesi psicogene sulla genesi del disturbo sottolineano gli aspetti fobici che si instaurano nel soggetto di fronte ai primi ostacoli nella comunicazione verbale e, più in generale, nei rapporti interpersonali vissuti con eccessiva ansia.In alcune popolazioni, la balbuzie è particolarmente presente: ad esempio nella popolazione Ibo dell’Africa Occidentale, dove viene pubblicamente premiata l’abilità oratoria, vi è un’incidenza del disturbo pari all’1% della popolazione, con incidenza 3 volte maggiore rispetto a quella media mondiale. Il fatto che vengano maggiormente colpiti i maschi rispetto alle femmine potrebbe essere, in tal senso, correlato alle maggiori pretese che, culturalmente, sono correlate alle prestazioni maschili.La terapia della balbuzie può essere psicoterapica, quando vengano riconosciuti conflitti psicologici e tensioni interne all’individuo, o logoterapica. La logoterapia è fondata su esercizi di regolazione della respirazione e sul rilassamento muscolare, oltre che sulla rieducazione dell’espressione linguistica.

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