Termine coniato da Kaskovec nel 1904 per descrivere un particolare stato
psicofisico caratterizzato da tensione e irrequietezza psicomotoria, che rende
difficoltoso il mantenimento di una posizione di riposo. Essa ha una natura
soggettiva, come condizione di irrequietezza interiore oggettiva, come irrequietezza
motoria; pertanto, risulta tuttora difficile determinare criteri diagnostici
condivisi unanimemente.Tale condizione può essere osservata in pazienti con
morbo di Parkinson, ma soprattutto si verifica in pazienti sottoposti a trattamenti
con farmaci neurolettici (vedi
Antipsicotici, farmaci).
Il 90% dei casi di acatisia si sviluppa infatti entro i primi 2 mesi dall’inizio del
trattamento con antipsicotici di prima generazione.Il meccanismo
patogenetico ritenuto responsabile sembra essere il blocco dei recettori
dopaminergici postsinaptici a livello del sistema mesocorticale. Tuttavia, si
ritiene che alla patogenesi dell’acatisia possa anche concorrere, oltre
all’alterazione dello stato dopaminergico, anche uno stato ipernoradrenergico e
ipocolinergico.La strategia da adottare per il controllo dell’acatisia è la
riduzione del dosaggio dei neurolettici, il passaggio a neurolettici a più bassa
potenza e/o la somministrazione di benzodiazepine. Anche il propranololo, già
utilizzato nel trattamento della restless leg syndrome (vedi
Sonno, disturbi del), ha
manifestato una buona efficacia terapeutica.L’evoluzione e l’intensità del
disturbo sono estremamente variabili, con casi a regressione spontanea fino alla
presenza di forme persistenti (acatisia cronica).