Si intende un sentimento spiacevole, definito spesso come malumore, ma connotato per lo più come depressione, tensione, ansia, scontentezza e pessimismo; inoltre, al quadro affettivo si associa anche la tendenza a reagire esageratamente a stimoli esterni e interni, con scarsa capacità di autocontrollo, che può tradursi in aggressività, collera e ira.In quest’ottica, il termine viene quindi utilizzato per identificare uno stato affettivo con costante componente iperattiva motoria e possibile collocazione del disturbo in un quadro di stato affettivo misto, considerando l’aspetto disforico come un momento di transizione tra lo stato maniacale e quello depressivo.Vengono definiti temperamenti irritabili o disforici quei soggetti particolarmente suscettibili, iperattivi, spesso ansiosi e agitati (vedi
Temperamento affettivo) in cui vi è un’elevata sofferenza soggettiva, associata a una difficoltà nei rapporti interpersonali.Il termine disforico viene attualmente utilizzato soprattutto per il disturbo disforico premestruale (vedi
Disturbi dell’umore), sindrome che comprende sintomi dell’umore e comportamentali associati a sintomi fisici. Questo quadro sintomatologico si manifesta all’inizio del ciclo mestruale.Un sottotipo di depressione è la cosiddetta disforia isteroide, caratterizzata da uno stato di torpore e assopimento, spesso associato ad abuso di farmaci o alcolici, e aumento dell’appetito. In questi pazienti, spesso, molto rapido è il viraggio verso un innalzamento del tono dell’umore, ma basta anche una piccola contrarietà per precipitarli nuovamente nella depressione più profonda. Un quadro particolare di disforia è quella postcoitale, definita come comparsa di ansia, tensione, irritabilità e inquietudine dopo un rapporto sessuale normalmente soddisfacente.

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