Clinicamente, sono contrazioni di un gruppo di fibre muscolari appartenenti alla stessa unità motoria, visibili e avvertibili a livello del ventre muscolare, ma non sufficienti a determinare un movimento articolare. Sono apprezzabili visivamente dall’operatore sia spontaneamente sia per mezzo di alcune manovre facilitanti, ad esempio percuotendo il ventre muscolare con un martelletto o stirando la pelle soprastante. Si possono presentare nei soggetti sani, specie dopo affaticamento (sono allora definite fascicolazioni benigne), ma si osservano particolarmente in alcune condizioni patologiche quali polineuropatie, radicolopatie, tetania, tireotossicosi e, soprattutto, malattie degenerative delle corna anteriori del midollo, quali la sclerosi laterale amiotrofica, la siringomielia, la poliomielite anteriore acuta e i tumori spinali a lenta evoluzione . I potenziali di fascicolazione registrati con l’elettromiografia sono simili ai potenziali di unità motoria, compaiono spontaneamente e presentano frequenza di scarica irregolare (da 1 a 50 al minuto), più elevata in caso di fascicolazioni benigne (circa 1 al secondo).

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