Termine riconducibile a quell’insieme di psicologie che si avvale di un metodo di indagine che correla l’Io con gli strati psichici non attinenti all’Io medesimo, pur non essendo riferibili esclusivamente a quell’unica istanza che è l’inconscio. Tale designazione, grazie alla quale si è ampliato lo spettro d’azione della psicologia accademica e razionale (vedi
Psicologia filosofica) a tal punto da comprendere le motivazioni, le dimensioni e la fenomenologia di S. Freud, viene attribuita a Bleuler. Talvolta, quando viene fatto riferimento ai contributi retrospettivi di coloro che hanno descritto o analizzato i fenomeni inconsci prima della nascita della psicoanalisi o al di fuori dei suoi confini, i concetti di “psicologia del profondo” e di “psicologia dinamica” vengono impiegati interscambiabilmente. Oltre alla psicoanalisi , definita anche psicoanalisi classica, fanno parte della psicologia del profondo il neofreudismo, costituito da quei movimenti sviluppatisi sulla scia della psicoanalisi, e da altri nati invece dal dissenso con essa che hanno dato origine a differenti scuole.La psicoanalisi classica. È costituita dalle teorie di S. Freud (vedi
Psicoanalisi) e di taluni suoi contemporanei, fondatori della psicoanalisi, rimasti fondamentalmente sulla stessa scia del maestro. La nascita della psicologia del profondo è fissata infatti nel 1896, quando una serie di nuovi sviluppi prende l’avvio nell’ambito della teoria e della pratica psicologica, tra i quali si possono annoverare la pubblicazione della Etiologia dell’isteria (1896) e la classificazione delle nevrosi da parte di Freud e l’iniziativa volta a ridurre l’attenzione dallo svelamento di ricordi rimossi, a favore dell’esplorazione del materiale inconscio da parte dello stesso Freud e di alcuni suoi colleghi. Le diverse fasi di consolidamento istituzionale della psicoanalisi sono rappresentate dal Congresso Internazionale di psicoanalisi di Salisburgo avvenuto nel 1908, nel quale vengono sancite le proprietà peculiari della psicoanalisi, differenziandola così dalla “psicoanalisi selvaggia”; dalla fondazione della Società psicoanalitica di Vienna a opera di S. Freud e della Società psicoanalitica di Berlino a opera di K. Abraham; dalla creazione dell’Associazione psicoanalitica americana nel 1911 da parte di E. Jones e della Società psicoanalitica di Budapest nel 1913 da parte di S. Ferenczi; dall’istituzione della più importante rivista del movimento psicoanalitico, la Internationale Zeitschrift für Psychoanalyse. A causa dell’opposizione nazista, tale movimento è costretto a sciogliersi per poi rinascere alla fine della guerra come movimento psicoanalitico internazionale, le cui diramazione sono individuate nelle differenti società nazionali.Il neofreudismo. È costituito da quegli orientamenti che, pur partendo dalle basi epistemologiche e metodologiche ideate da Freud, ne hanno approfondito e talvolta cambiato taluni importanti aspetti.In Inghilterra, tre sono le correnti venutesi a creare: quella inaugurata da Anna Freud (vedi
Psicoanalisi infantile), che sottolinea l’importanza della psicologia dell’Io e che viene sviluppata da E. Kris, H. Hartmann e M. Loewenstein; quella di Melanie Klein (vedi
Kleiniana, teoria, Psicoanalisi infantile), definita scuola inglese, i cui apporti teorici e clinici sono alquanto innovativi; quella delle relazioni oggettuali (vedi
Oggetto) il cui massimo esponente è D. Winnicott.Negli Stati Uniti, il movimento neofreudiano viene influenzato dal comportamentismo e dall’antropologia culturale, che sottolineano la rilevanza dei valori ambientali nello sviluppo della personalità. I maggiori esponenti sono: H.S. Sullivan, che formulando una teoria basata sul concetto di “campo relazionale” opera uno spostamento nell’analisi della personalità dai rapporti e conflitti intrapsichici a quelli interpersonali; K. Horney, che attribuisce la massima importanza ai fattori socioculturali nella progressiva formazione della personalità; E. Fromm (vedi
Psicologia sociale), il cui interesse è rivolto alla definizione di una nuova “scienza dell’uomo”, in grado di orientare la formazione di una personalità stabile nel disordine culturale, nella violenza e nella solitudine della società capitalista.In Francia, importantissimo è stato il contributo offerto da J. Lacan (vedi
Lacaniana, teoria) alla scuola freudiana per quanto riguarda il lavoro di soggettivizzazione dei dati culturali e del deposito metaindividuale di simboli contenuto essenzialmente nella lingua, per quanto attiene alle ricerche sulla linguistica, in cui sostiene che l’inconscio è strutturato come un linguaggio, ma non coincide con esso.In Italia, i massimi esponenti del neofreudismo sono C. Musatti, E. Servadio e F. Fornari.Le divergenze. Rispetto alla psicoanalisi, molteplici sono gli orientamenti divergenti che hanno dato origine a scuole autonome: la psicologia analitica di C.G. Jung, la psicologia individuale di A. Adler, l’analisi transizionale di E. Berne, la teoria di W. Reich, sfociata nella teoria bioenergetica di A. Lowen e la psicosomatica sviluppatasi grazie al contributo di F. Alexander. Anche all’interno di queste stesse scuole si sono sviluppate correnti divergenti, frutto dell’influenza di altri movimenti o della loro propensione verso talune tematiche.