È un antidepressivo appartenente alla classe degli inibitori selettivi del reuptake della serotonina (SSRI).La sua azione farmacologica si esplica attraverso un’inibizione della ricaptazione della serotonina e una down regulation dei recettori serotoninergici post-sinaptici dopo somministrazione protratta. Il farmaco presenta scarsa interazione con i recettori a-adrenergici, istaminergici e anticolinergici.La fluvoxamina è ben assorbita dopo somministrazione orale, con picco plasmatico tra 2 e 8 ore. Il metabolismo avviene a livello epatico, con formazione di metaboliti inattivi. La farmacocinetica è di tipo lineare, cioè il livello plasmatico aumenta proporzionalmente all’incremento della dose, e non viene influenzata dall’età. L’emivita è compresa tra 12 e 20 ore. L’eliminazione avviene per via renale. Il raggiungimento dello steady state avviene in 1 settimana circa.La fluvoxamina è indicata nel trattamento della depressione e del disturbo ossessivo-compulsivo. Ulteriori indicazioni sono quelle che riguardano gli altri disturbi collegati allo spettro serotoninergico, quali i disturbi della condotta alimentare, i disturbi del comportamento di tipo aggressivo o impulsivo, altri disturbi d’ansia (ad es., disturbo da attacchi di panico), le disforie catameniali, le cefalee e il dolore cronico, ecc.Il range posologico del farmaco è ampio e varia a seconda del tipo di patologia e della risposta individuale. Nella terapia della depressione viene utilizzato abitualmente un dosaggio di 100-200 mg/die circa. Nel disturbo ossessivo-compulsivo la dose tende a essere più elevata (150-300 mg/die circa). Il dosaggio massimo è di 600 mg/die circa. Nel disturbo da attacco di panico la prescrizione iniziale di f. dovrebbe collocarsi intorno a 50 mg/die, con incrementi graduali a discrezione del medico. Soprattutto ai dosaggi più elevati, la dose giornaliera dovrebbe essere refratta in 2-3 somministrazioni.Gli effetti collaterali della fluvoxamina, come di tutti gli SSRI, sono collegati all’incremento del tono serotoninergico: in acuto prevalgono effetti collaterali di tipo gastroenterico (nel 15-30% dei casi possono transitoriamente comparire nausea, iporessia, raramente gastralgie, vomito o diarrea) ed effetti collaterali collegati all’azione della serotonina sul SNC (nel 10-15% dei casi possono transitoriamente comparire irritabilità, insonnia, sedazione, tremori, ecc.). Con minore frequenza compaiono fenomeni correlati all’azione della serotonina a livello vasale periferico, quali cefalea e sudorazione. In soggetti predisposti, per le interazioni fra serotonina e dopamina a livello dei circuiti nigro-striatali, sono stati descritti sintomi di tipo extrapiramidale (in particolare, tremore e incremento del tono muscolare). Nel trattamento cronico tendono a manifestarsi disturbi della sfera sessuale, soprattutto ritardo nel raggiungimento dell’orgasmo (talora sfruttato nel maschio nella cura dell’eiaculazione precoce) e riduzione della libido.L’utilizzo della fluvoxamina è controindicato in corso di contemporanea assunzione con farmaci inibitori delle monoaminossidasi (IMAO) in quanto sono state osservate reazioni gravi, talora letali. Non va inoltre somministrata prima di 14 giorni dalla sospensione del trattamento con farmaci IMAO di prima generazione, per la possibilità di gravi effetti collaterali (ipertermia, convulsioni, coma, exitus).La fluvoxamina, come altri SSRI, è un inibitore del sistema del citocromo P450, soprattutto degli isoenzimi tipo 1A2 e 3A4, coinvolti nel metabolismo di molti altri psicofarmaci e di altri agenti di abituale uso medico internistico. È stato osservato un notevole incremento dei livelli plasmatici (precedentemente stabili) di antidepressivi triciclici (ad es., desipramina) dopo cosomministrazione di f.. Altri farmaci metabolizzati da tale sistema enzimatico sono, ad esempio, i neurolettici di tipo fenotiazinico e alcuni antiaritmici. La f. aumenta la concentrazione plasmatica di carbamazepina, fenitoina, clozapina, propranololo, teofillina e alcune benzodiazepine.Analoga cautela, con monitoraggio plasmatico dei tempi di coagulazione, va utilizzata nell’associazione del farmaco e di altri SSRI a farmaci anticoagulanti (ad es., dicumarolici e warfarin). Sono stati riferiti casi sia di aumento sia di diminuzione dei livelli plasmatici di litio in terapia di associazione, sino al raggiungimento di casi di tossicità da litio. La litiemia dovrebbe essere controllata attentamente quando vengono associati fluvoxamina o altri SSRI. L’interazione con il sumatriptan può produrre gravi effetti collaterali a carico del SNC. Ulteriore cautela va utilizzata nell’associazione fra SSRI e altri agenti attivi sul sistema serotoninergico (ad es., precursori della serotonina, quali il 5-idrossitriptofano, altri antidepressivi di tipo serotoninergico, i sali di litio, ecc.) in quanto può, in soggetti predisposti, manifestarsi una sindrome serotoninergica.La fluvoxamina, come tutti gli SSRI, pur non dimostrando la collateralità cardiotossica diretta degli antidepressivi triciclici, deve essere utilizzata a dosaggio inizialmente ridotto e con attento monitoraggio clinico, per il rischio di transitoria risposta vasocostrittiva, individuo-dipendente, nell’infarto miocardico acuto. Cautela nei soggetti anziani e negli individui affetti da insufficienza renale o epatica.

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